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Wargame

Il prossimo possibile obiettivo della Russia: i cavi internet sottomarini

Dopo le esplosioni ai gasdotti, l’ulteriore escalation della guerra potrebbe riguardare l’infrastruttura internet globale che viaggia in acqua, a 100 metri di profondità. Mosca avrebbe la capacità di colpire. E la sicurezza dei tubi non è ottimale. Cosa può succedere alla Rete occidentale.

30 Settembre 2022 14:15 Redazione
Il prossimo possibile obiettivo della Russia: i cavi internet sottomarini

Di escalation in escalation, dove arriveremo? Tutti d’accordo che il punto di non ritorno è l’opzione nucleare, ma Mosca sta dimostrando di avere altre armi per far compiere un salto alla guerra energetica e farla entrare in un’altra fase. Le esplosioni ai gasdotti che collegano la Russia all’Unione europea sono state un esempio. E ora l’Occidente si chiede: quale sarà il prossimo obiettivo?

Una “superstrada” digitale: dai video di YouTube alle transazioni sui mercati finanziari

Secondo Politico, funzionari americani ed europei sono preoccupati per l’incolumità dei cavi sottomarini che alimentano la Rete internet globale: potrebbero essere un bersaglio invitante per Vladimir Putin. Si tratta di una infrastruttura che collega tutti i continenti del mondo e rappresenta una specie di “superstrada” digitale per qualsiasi cosa, dai video di YouTube alle transazioni sui mercati finanziari: finora non è mai stata sabotata da agenzie di intelligence straniere o da soggetti non governativi. Ma ora il conflitto nato dopo l’invasione dell’Ucraina impone riflessioni diverse. La minaccia del Cremlino infatti è considerata reale. In parte, questo è dovuto alla scarsa sicurezza attorno ai cavi, che rende l’occasione molto ghiotta agli occhi dei russi, sempre più impegnati nel tentativo di colpire obiettivi non militari utilizzando così le cosiddette tattiche di guerra ibrida. Keir Giles del think tank Chatham House, esperto di questioni di sicurezza che riguardano la Russia, sostiene che questi cavi sono stati un «bersaglio di conflitti per più di un decennio», e oggi se si scoprono di nuovo vulnerabili «è solo colpa dei Paesi occidentali».

Il prossimo possibile obiettivo della Russia: i cavi internet sottomarini
La mappa di Politico sui tubi internet sottomarini.

Rete globale di oltre 400 tubi in fibra ottica che si estendono per 1,3 milioni di chilometri

Ma cos’è di preciso un cavo sottomarino? Quasi tutto il traffico internet mondiale viene trasportato attraverso una rete globale di oltre 400 tubi in fibra ottica che, complessivamente, si estendono per 1,3 milioni di chilometri. Sono gestiti quasi esclusivamente da società private come Google e Microsoft, nonché dalla francese Alcatel Submarine Networks e, sempre di più, dalla cinese Huawei Marine Networks. Esistono dozzine di questi cavi che collegano l’Ue con gli Stati Uniti – probabilmente lo scambio digitale più importante del mondo – anche se ci sono reti simili pure tra l’America Latina e l’Asia e tra l’Africa e l’Europa. Parte della vulnerabilità è dovuta alla posizione di questi cavi. Si trovano spesso in aree estremamente remote, facilmente accessibili a sottomarini o veicoli subacquei senza pilota. La mancanza di un controllo stabilito per legge sul funzionamento di queste reti rende inoltre difficile per le aziende e i governi proteggerle. La maggior parte si trova in acque internazionali. Ci sono poi i cosiddetti punti di strozzatura, o aree cardine in cui si intersecano i principali cavi sottomarini, che rappresentano alcuni dei potenziali bersagli a più alto rischio. Per l’Europa, parliamo di Gibilterra e Malta, dove molti dei collegamenti dell’Ue con l’Asia arrivano dopo aver attraversato il Canale di Suez in Egitto. Per gli Stati Uniti, la costa di New York è il principale punto di scambio con l’Ue. Le coste occidentali del Regno Unito rappresentano invece un hub di collegamento tra gli Stati Uniti e il resto d’Europa.

Cablogrammi fondamentali anche per le capacità militari dell’Occidente

Resta da capire quanto la minaccia sia concreta. I timori hanno sempre riguardato governi stranieri – Cina, Corea del Nord, ora la Russia – e i loro possibili piani di sabotaggio. Un pericolo non nuovo. Per almeno un decennio, i leader politici hanno lanciato l’allarme su come questi cavi internet sottomarini rappresentassero un facile bersaglio e avessero quindi bisogno di un maggiore sostegno dei governi per tenerli al sicuro. Quasi due anni fa il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg disse ai giornalisti che i cablogrammi sotto il mare erano vitali non solo per gli utilizzi che ne fa la società civile, come il funzionamento dei mercati finanziari, ma anche per le questioni militari. L’alternativa comunque sarebbe pronta: la maggior parte delle forze armate occidentali potrebbe passare rapidamente alle comunicazioni satellitari se questi cavi sottomarini venissero compromessi. Finora, quasi i due terzi di tutti i guasti rilevati sono legati direttamente alla navigazione marittima: a volte le reti da pesca disturbano i tubi, oppure le ancore delle barche provocano accidentalmente danni, secondo i dati di TeleGeography, che segue il settore. Gli altri problemi sono per lo più dovuti alla normale usura o a ragioni ambientali come i terremoti. Non ci sono dunque casi confermati di governi che hanno tagliato i cavi per ragioni geopolitiche, sebbene due distinte reti sottomarine norvegesi siano state danneggiate rispettivamente nel novembre 2021 e nel gennaio 2022 da presunte attività umane. Finora Oslo non ha però puntato il dito contro nessuno in particolare.

Il prossimo possibile obiettivo della Russia: i cavi internet sottomarini
Cavi internet sottomarini. (Getty)

Mosca può colpire, ma è difficile che paralizzi l’intera infrastruttura

Già, ma al di là di tutto come sarebbe un attacco? Funzionari militari britannici e americani hanno ripetutamente avvertito che la Russia avrebbe le capacità tecniche per colpire parti dell’infrastruttura internet sottomarina del mondo, paralizzando così alcune delle reti digitali occidentali. Questi tubi si trovano spesso a meno di 100 metri sotto il livello dell’acqua e richiederebbero l’intervento di un sottomarino o di un veicolo senza pilota per piazzare esplosivi nei punti critici. Nessuno nega che Mosca abbia la capacità di fare uno scherzetto del genere. Ma ciò che gli manca è la possibilità di effettuare attacchi ripetuti in tutto il mondo su una scala tale da ostacolare in modo significativo l’infrastruttura internet occidentale. Negli ultimi anni, le aziende hanno lavorato moltiplicato i loro tubi, per garantire che eventuali danni a breve termine non influissero eccessivamente sull’attività online delle persone. Se il Cremlino attaccasse, per esempio, potrebbe abbattere parte di una rete regionale che collega i Paesi baltici con il resto d’Europa. Ma per avere un impatto a lungo termine sulla rete mondiale, la Russia – o qualsiasi altro aggressore – dovrebbe agire su una scala che sarebbe probabilmente facilmente rilevabile dalle agenzie di sicurezza occidentali. Oltre a danneggiare anche l’accesso a internet dei suoi cittadini. Insomma, non siamo più nello scenario in cui può venire giù tutto semplicemente tagliando un cavo.

Tag:Crisi ucraina
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