«La Nato creava una minaccia ai nostri confini. L’intervento è stato preventivo», ha detto Vladimir Putin in apertura delle le celebrazioni per il Giorno della Vittoria a Mosca. Secondo il capo del Cremlino, alla fine dello scorso anno l’Occidente stava apertamente preparando un attacco al Donbass e alla Crimea e «da Kyiv c’erano richieste di armi nucleari». Il presidente russo si è quindi rivolto alle truppe che stanno combattendo in Ucraina continuando nella narrazione della nazificazione: «Voi combattete per la sicurezza patria e per il futuro affinché non ci sia posto nel mondo per i criminali nazisti».

Zelensky: «Molto presto ci saranno giornate della vittoria in Ucraina»
In un videomessaggio postati su Telegram Volodymyr Zelensky ha risposto a distanza: «Stiamo lottando per la libertà dei nostri figli e quindi vinceremo. Non dimenticheremo mai cosa fecero i nostri antenati durante la Seconda Guerra mondiale che uccise più di otto milioni di ucraini. Molto presto ci saranno due giornate della vittoria in Ucraina mentre qualcuno non ne avrà nessuna e Khreshchatyk (la più grande strada di Kyiv, ndr) vedrà la parata della vittoria, la vittoria dell’Ucraina».
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La fine dell’Urss e la parata dei veterani della Seconda Guerra mondiale il 9 maggio 1992
E dire che 30 anni fa il Giorno della Vittoria a Mosca non prevedeva né saluti militari, né parate di carri armati e armamenti vari. Già perché il 9 maggio del 1992, il primo dopo la caduta dell’Urss, nella Capitale si riunirono i veterani della Seconda Guerra Mondiale delle ormai ex repubbliche sovietiche, di Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Italia. Gli ex soldati sfilarono nel centro di Mosca verso la Piazza Rossa. Alla parata parteciparono anche gli ex prigionieri dei campi di concentramento con un grande striscione: «Siate vigili!». In quell’occasione una delegazione statunitense piantò 50 “alberi della vita” per dimostrare l’amicizia tra russi e americani. Meduza ha raccolto alcune foto di quel 9 maggio 1992




