Il pm ha chiesto una condanna a sei anni di reclusione per Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Ruby ter, vale a dire l’inchiesta sui soldi versati alle “Olgettine” perché testimoniassero a favore dell’ex premier. L’accusa ha inoltre sollecitato una pena pari a cinque anni di carcere per la stessa Ruby, all’anagrafe Karima El Marough.
Ruby ter, Pm chiede 6 anni per Berlusconi
Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno chiesto in tutto 28 condanne per le persone coinvolte nel processo: un anno e 4 mesi (con la condizionale) per la senatrice Maria Rosaria Rossi, 4 anni alla showgirl Francesca Cipriani, 6 anni e mezzo per Luca Risso (ex fidanzato di Ruby) e 2 anni (con la condizionale) per il giornalista Carlo Rossella, per citarne alcune.
Questo il passaggio chiave con cui hanno giustificato la richiesta della pena per il Cavaliere: “Berlusconi decise di pagare per il silenzio e per le menzogne di Ruby e delle altre ospiti alle feste di Arcore a cui è stato assicurato che sarebbero state a posto sia come reddito, con un mensile da 2.500 euro, sia per un tetto, una casa, un alloggio”. Il pm ha quindi sottolineato la presenza di un accordo per le false testimonianze già dal 2011, prima che le giovani andassero a testimoniare in aula nei processi Ruby 1 e 2. La difesa ha invece puntato sul fatto che le ragazze fossero state in qualche modo risarcite perché la loro reputazione era stata compromessa dopo lo scandalo delle serate a Villa San Martino.
Le prove presentate dall’accusa
Tra le prove della presunta corruzione, il pm Gaglio ha indicato l’agenda che venne sequestrata a Ruby su cui lei stessa aveva scritto che doveva ricevere “4,5 milioni da B.” e l’ormai nota lettera che il suo fidanzato avrebbe scritto a Berlusconi che iniziava con “Caro presidente, lei ci chiese di andare via per non farla testimoniare”. Come prova, ha aggiunto l’accusa, sono rilevanti anche le dichiarazioni di Egidio Verzini, ex legale di Karima morto per suicidio assistito in Svizzera. L’uomo aveva deciso di parlare ai media “dopo che Silvio era stato assolto anche in appello, non sopportando la campagna mediatica contro i magistrati di Milano che fu davvero pesante“.