Stasera alle 21,10 su Rai Movie andrà in onda Il primo re, film di Matteo Rovere che racconta la fondazione di Roma rivisitando il mito di Romolo e Remo, interpretati da Alessio Lapice e Alessandro Borghi. Niente lupa, tante lotte intestine fra tribù. l film si è aggiudicato il premio David di Donatello per la migliore fotografia nel 2020.
La trama de Il primo re
Romolo e Remo, fratelli uniti da un legame solido, vengono travolti da un’inondazione del Tevere. Si ritrovano, così, nel territorio della potente città di Alba Longa, dove vengono catturati e resi schiavi. Ribellatisi, una volta liberi, i due guidano una rivolta delle popolazioni italiche latine e sabine. La nascita di una nuova tribù, Roma, dal destino glorioso mette però i due l’uno contro l’altro, fino al triste fratricidio finale.
Chi sono gli attori de Il primo re
I due volti principali del film sono Alessandro Borghi, noto per le sue interpretazioni in Suburra e di recente soprattutto per quella in Sulla mia pelle, in cui presta il volto al giovane romano Stefano Cucchi, raccontandone la triste storia, e Alessio Lapice che ha lavorato principalmente per il piccolo schermo, comparendo in serie di successo come Gomorra, Imma Tataranni – Sostituto Procuratore e Don Matteo.
Cinque curiosità che non sapete su Il primo re
Un film che ha riscosso sin da subito un enorme successo sia per la critica che fra il pubblico. Eccovi qui alcune curiosità che potreste non conoscere sul film storico di Matteo Rovere.
1- Un film in protolatino
Il film è recitato interamente in lingua protolatina, antenata delle lingue italiche tra cui lo stesso latino, parlato nella Roma dei Cesari. L’idioma è stato ricreato grazie all’aiuto del professor Luca Alfieri, linguista e semiologo dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi, ibridando ceppi di indo-europeo per supplire alle lacune.
2- Ambientazione senza filtri
Il primo re è stato girato fra Lazio e Umbria mantenendo la luce naturale del luogo, senza l’utilizzo di filtri cinematografici o fari artificiali, da Daniele Cipri, regista e direttore della fotografia di molti film italiani di successo, fra cui La paranza dei bambini, la miniserie Io, Leonardo e il recente Il Cattivo Poeta.
3- Effetti speciali per una scena
Il processo di post-produzione del film è durato 14 mesi, coinvolgendo diversi professionisti da tutto il mondo, mentre la produzione è stata quasi interamente opera di maestranze italiane. Impiegati anche droni per le riprese aeree. L’unica scena a richiedere un intervento massiccio di effetti speciali è quella iniziale che ricrea l’inondazione tiberina.
4- Cervi importati
Per mantenere la fedeltà storica del suo progetto, il regista Matteo Rovere ha fatto portare dalla Romania una razza specifica di cervo, perché era della stessa specie che viveva nel Lazio all’epoca in cui è ambientato il film.
5- Lingua riutilizzata da Rovere
Il film condivide ambientazione e recitazione in protolatino con la serie Sky Original Romulus, sempre diretta da Matteo Rovere, ma la cui trama è scollegata dal progetto.