Roma, la supereroina Tutta Patata fa scoppiare polemiche a scuola
Tutta Patata, supereroina interpretata da Carla Signoris ai tempi del gruppo comico Broncoviz, è tornata alla ribalta dopo decenni. Per...
Tutta Patata, supereroina interpretata da Carla Signoris ai tempi del gruppo comico Broncoviz, è tornata alla ribalta dopo decenni. Per merito, o forse sarebbe meglio dire colpa, di una supplente di italiano che ne ha mostrato uno sketch agli studenti di prima media dell’istituto comprensivo Bruno De Finetti a Fonte Laurentina, frazione di Roma: la situazione è rapidamente sfuggita di mano.
A raccontare la vicenda è Il Messaggero. Tutta Patata, come potrebbe far già intuire il nome, sconfigge il male in modo molto semplice: si alza la gonna e da sotto partono delle onde energetiche. Ebbene, le gesta della supereroina creata da Carla Signoris sono diventate un tormentone tra gli studenti, in particolare tra i maschi, che hanno iniziato a chiedere alle compagne di tirare su la gonna per mostrare il loro superpotere. «Non volevo nuocere al buon nome della scuola, studiavamo gli eroi dell’antica Grecia e il mio intento forse ingenuo era far vedere che dopo Wonder Woman non esistono eroine», ha detto l’insegnante al Messaggero.

Dopo Tutta Patata, anche i sonetti “sconci” di Giuseppe Gioachino Belli
Ma non è finita qui. Dopo Tutta Patata, la supplente ha proposto agli studenti il sonetto Er padre de li Santi di Giuseppe Gioachino Belli, nel quale il poeta romano elenca tutti i modi con i quali si può chiamare l’organo sessuale maschile, che «se pò ddí rradica, uscello, ciscio, nerbo, tortore, pennarolo, pezzo-de-carne, manico, scetrolo, asperge, cucuzzola e stennarello». E in tanti altri modi. Al pari di quello femminile, «vaschetta, fodero, frittella, ciscia, sporta, perucca, varpelosa,chiavica, gattarola, finestrella», che dir si voglia, al centro dell’altro sonetto La madre de le Sante, anch’esso diventato oggetto di discussione in classe.

Tutta Patata e non solo, la rivolta dei genitori
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, riporta il Messaggero, è stata la richiesta ai ragazzi di non dire niente ai genitori in merito all’argomento delle lezioni, che ovviamente è stata disattesa. Venuti a conoscenza di quanto accadeva in classe, i genitori sono andati su tutte le furie e hanno chiesto un incontro chiarificatore. «A 11 anni non voglio che mia figlia cresca pensando che con il potere della patata si può fare tutto», ha detto una mamma al quotidiano romano.