Lo stalker di Giuseppe Conte andrà a processo. Sono questi gli sviluppi più recenti della spiacevole vicenda che ha riguardato il leader del Movimento 5 Stelle quando sedeva sulla sedia più importante di Palazzo Chigi. Così come riportato da La Repubblica, il soggetto distributore avrebbe inviato per ben 22 giorni dei messaggi di offesa all’ex Presidente del Consiglio, augurando la morte a lui e alla sua famiglia.
A processo lo stalker di Giuseppe Conte
Si tratta di Luca Gubbioni, 44enne residente a Terni, in Umbria. Secondo quanto riferito dall’accusa, dal 31 marzo al 22 aprile del 2020 avrebbe scritto per 22 giorni all’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per augurare la morte a lui, al figlio e ai suoi parenti. Ora dovrà rispondere a processo dell’accusa di stalking nei confronti del leader del M5S.

I messaggi dello stalker
Secondo quanto riferito dall’accusa, Luca Gubbioni, disoccupato con precedenti per minacce, molestie e droga, avrebbe scritto diversi messaggi sui social a Giuseppe Conte dal tono fortemente accusatorio e minaccioso. I messaggi fin qui diffusi lasciano ben capire l’intento denigratori odi Gubbioni nei confronti di Conte. «Sei un lurido schifoso… lurido terrone», recita un messaggio, mentre in un altro lo stalker augura la morte al leader pentastellato: «Devi crepare, vigliacco». E ancora: «Ti deve prendere una lunga malattia incurabile», «Pecoraro del popolo, ti deve crepare tuo figlio tra le braccia» e «Ti distruggo tutto».
Gli insulti sarebbero aumentati sempre di più nell’intensità e nella gravosità, tanto che sia la Digos che la polizia postale si erano allarmate. Proprio grazie alle loro indagini si era riusciti a risalire a Gubbioni che adesso dovrà rispondere davanti ai giudici del tribunale di Roma. Il pubblico ministero ha già formulato l’accusa e ora sarà la Corte a dover decidere se condannare o meno il responsabile dei messaggi. Non note, invece, le motivazioni che avrebbe spinto l’uomo a scrivere i messaggi, anche se sembra che volesse manifestare la propria contrarietà nei confronti delle misure restrittive adottate dall’allora premier per il Covid.