La maledizione del Rolex. Basta nominarlo che nella bolla social scoppia il finimondo. Se poi è associato a Renzi-Calenda, la valanga diventa incontenibile. Prova ne è quanto accaduto qualche giorno fa all’incauto Roman Pastore, 21enne candidato alle elezioni municipali di Roma proprio con Azione. È bastato un selfie con un cipollone in primo piano all’ingresso della scuola politica del senatore di Rignano a Ponte di Legno a scatenare Twitter, tra sfottò, offese e analisi sociologiche sull’odio e la lotta di classe. E poco importa se quell’orologio non fosse un Rolex ma un Audemars Piguet come chiarito dal diretto interessato. «Oddio! Sono stato scoperto! Mi hanno “sgamato” l’Audemars Piguet (non Rolex) che, mi pare, non è (ancora) un reato indossare. Ma la polemica politica riusciamo a farla sui temi o l’unica opzione è quella sempre di fare o di ricevere attacchi personali? Forse è chieder troppo…», ha chiarito Pastore uscendo dal silenzio di Twitter.
Oddio! Sono stato scoperto! Mi hanno “sgamato” l’Audemars Piguet (non Rolex) che, mi pare, non è (ancora) un reato indossare. Ma la polemica politica riusciamo a farla sui temi o l’unica opzione è quella sempre di fare o di ricevere attacchi personali? Forse è chieder troppo… pic.twitter.com/ahrupZSpJf
— Roman Pastore (@romanpastore00) September 2, 2021
Renzi e Calenda in difesa di Roman
Vero, indossare un orologio costoso non è reato, ma la Rete ha criticato altro. E cioè che mentre alla scuola di Renzi si discute di come abolire il reddito di cittadinanza, c’è chi partecipa senza evidentemente vivere il tema sulla propria pelle. In difesa di Roman si sono schierati sia Carlo Calenda – «Gli arrivano tonnellate di commenti di insulti su tutti i social. Prendono di mira lui e il padre mancato da due anni e mezzo. È piuttosto colpito. Chiudetela qui. Avete già usato olio di ricino e manganello. Può bastare» – al renziano Luciano Nobili che ha rivelato come quell’orologio fosse stato lasciato al 21enne in eredità dal padre scomparso. «Che schifo chiamare figlio di papà chi il padre lo ha perso da giovanissimo. Che schifo bullizzare e coprire di insulti un ragazzo giudicato per l’orologio che porta al polso, ereditato da lui. Ora che avete aggiunto dolore a dolore, almeno vi vergognate un po’? Basta odio». Fino a Renzi stesso: «400 ragazzi per 3 giorni stanno con noi a parlare di ambiente, Afghanistan, Europa, spazio, sport, lavoro. E per che cosa fanno polemica? Per un orologio. Deve essere terribile la vita di chi odia. Non mollare, @romanpastore00. Se questi sono i loro argomenti, sono alla frutta».
400 ragazzi per 3 giorni stanno con noi a parlare di ambiente, Afghanistan, Europa, spazio, sport, lavoro. E per che cosa fanno polemica? Per un orologio. Deve essere terribile la vita di chi odia. Non mollare, @romanpastore00. Se questi sono i loro argomenti, sono alla frutta pic.twitter.com/hIoVJG9BM6
— Matteo Renzi (@matteorenzi) September 4, 2021
Renzi e quei «figli di papà con il Rolex» della manifestazione no Expo
Renzi però non è nuovo alla Rolexmachia. A maggio 2015, l’allora premier insieme con il suo ministro dell’Interno Angelino Alfano furono accusati di aver “infangato” l’immagine del prestigioso marchio accostandolo ai Black Bloc che avevano messo a ferro e fuoco Milano nel giorno dell‘inaugurazione di Expo. I due infatti, commentando la giornata di scontri, avevano parlato di «teppistelli col Rolex» e «figli di papà con il Rolex» in riferimento ai facinorosi. E questo perché al polso di una manifestante in tuta e cappuccio neri venne beccato un orologio di lusso. Anche in quel caso, però, non si trattava di un Rolex ma più probabilmente di un Cartier tank française. Ormai però l’accostamento era passato. Non a caso due anni dopo il concetto “comunisti col Rolex” fu musicato da Fedez e J-Ax e divenne un intercalare dei tweet di Matteo Salvini.
La passione per il Rolex
Ma non è finita qui. Il Rolex infatti è al polso di vari casi di cronaca. Per esempio per un Rolex finì nel mirino Maurizio Lupi. Quando era ministro alle Infrastrutture e Trasporti, venne fuori che il figlio Luca aveva ricevuto un Rolex da 10.350 euro come regalo di laurea di Stefano Perotti, l’ingegnere accusato di aver spinto per 14 anni Ettore Incalza come direttore dei lavori ai contractor delle Grandi Opere? «L’avesse regalato a me non l’avrei accettato», confessò poi Lupi a Repubblica. Simbolo del cummenda bauscia milanese-lombardo – leggi alla voce Dogui – il Rolex è citato persino da Fantozzi in Fantozzi alla riscossa (1990): il ragioniere non cede alle lusinghe della mafia che cerca di comprarlo nascondendo l’orologio in questione in un bombolone. Tornando alla cronaca, tra i Rolex che fecero più discutere quelli d’oro che l’ex presidente della Roma Franco Sensi avrebbe regalato ai designatori arbitrali Pairetto e Bergamo alla vigilia di Natale 1999. «Un gesto di normale cortesia», minimizzò la società. E, comunque, «regali di valore inferiore a quelli inviati da altre società». Andando avanti, la passione per gli orologi di lusso incastrò nel 2014 Massimo Parpiglia, tenente colonnello della Guardia di Finanza di Bologna, che secondo le indagini avrebbe accettato un Rolex e cene eleganti dall’imprenditore della moda Saverio Moschillo in cambio di “aiuti” durante una verifica fiscale in una sua azienda. E come dimenticare i due Rolex che Karima El-Mahroug, Ruby Rubacuori, disse di aver ricevuto da Silvio Berlusconi? Pure Gianpaolo Tarantini, secondo l’accusa, li regalò all’ex manager Asl Lea Cosentino. «Le proposi anche un incontro con Silvio Berlusconi, ma non ci fu», rivelò il faccendiere pugliese di casa ad Arcore. E una predilezione per il brand ce l’aveva pure Francesco Piscicelli, il costruttore che rideva nella notte del terremoto dell’Aquila. Regalò un Rolex Submariner ad Angelo Balducci ex provveditore alle Opere pubbliche.