Quant’è irreale il ritorno alla realtà. Il reale non è nobile per niente. Lo abbiamo tanto bramato ma ora ci muoviamo dentro goffi e stupidi come un elefante in un negozio di cristalli. Fragilissimi come un cristallo in un negozio di elefanti. Quella baggianata lì che le persone intelligenti conducano una vita fondata sul dubbio, non lo voglio il dubbio, voglio invecchiare certa e scema. Solo i cretini non cambiano mai dea. Mai come in questi mesi il discrimine è stato il lavoro. Chi lo ha e chi non lo ha. Vado di fretta, sto andando a lavorare. Mai come in questi mesi è stata un’enorme gigantesca fortuna poterlo dire. Siamo il cinema del dopoguerra. Siamo attori non professionisti che recitano questa nuova vecchia irriconoscibile realtà. Siamo le giacche rivoltate. Siamo ladri di biciclette. Scrivo un palindromo lunghissimo: “E là eroe ne trae e là taci, sedo i rotti visionari, virano i sì: Vittorio De Sica, tale è arte neoreale”. «Amore, dove ci porterà tutto questo dolore?». «Mi scusi ma non sono del posto». La realtà non supera la malvasia.
La realtà non supera la malvasia
LA POSTA AL CUORE. Siamo attori non professionisti che recitano questa nuova vecchia irriconoscibile vita. Siamo le giacche rivoltate. Siamo ladri di biciclette. «Amore, dove ci porterà tutto questo dolore?». «Mi scusi ma non sono del posto».
