«Non ci credo, ma lo faccio lo stesso. Non si sa mai». È una frase ripetuta allo sfinimento. Il mantra di quanti riconoscono la superstizione come un’affascinante suggestione e nulla più. Eppure alla fine per salutare il nuovo anno magari mangeranno lenticchie nella speranza che il 2022 riservi loro qualche guadagno insperato. E ancora, nella scelta della biancheria intima, alla fine, opteranno per il rosso. Dando a simili tradizioni il giusto peso, senza perdere di vista la realtà, Tag43 scava nei gesti scaramantici tipici della notte di San Silvestro, proponendovi una carrellata dei meno conosciuti e raccontandovi la loro origine.
I riti scaramantici più insoliti della notte di Capodanno
1- Monete e banconote impastate insieme ai dolci
Impastare una moneta o una banconota mentre preparate il dolce per il cenone potrebbe far sorgere qualche remora. Ma magari si riesce a chiudere un occhio confortati dal pensiero che se fatto per San Silvestro, sia auspicio di ricchezza. Secondo la leggenda, il benessere economico cadrà su chi, gustando il dessert, troverà l’intruso. Ovviamente senza sbriciare. Per gli stomaci meno preparati, lo stesso effetto si avrà bruciando in un posacenere una banconota e tre lenticchie.
2- Acini d’uva al rintocco della mezzanotte
Potrebbe sembrare semplice, ma alla prova dei fatti è piuttosto complicato. A mezzanotte del 31 dicembre mangiare 12 acini d’uva al ritmo dei rintocchi. È quello che fanno gli spagnoli, spesso in piazza (covid permettendo) e alcuni italiani, nelle feste in famiglia. La speranza è sempre la stessa: trovare fortuna economica. In Val d’Aosta e nel marchigiano l’uva deve essere rigorosamente rossa, mentre in Toscana, in Umbria e lungo la costa romagnola la gente va meno per il sottile e non bada al colore. Addirittura qualcuno la sostituisce col melograno. Cambia il frutto non il principio.

3- Sette minestre per sette legumi
Sarà perché in alcune zone dell’Italia centrale la coltura dei cereali affonda le radici nel passato contadino. Per l’ultimo giorno dell’anno in Abruzzo si usa servire sette minestre con sette legumi diversi. Nel menù farro, grano, frumento, orzo, segale. Non finisce qui, la tradizione spesse prevede anche sette tipi di frutta secca o passita. Si tratta di mandorle, nocciole, noci, arachidi, zibibbo, fichi e datteri. L’obiettivo? Naturalmente, aumentare i guadagni.

4- La scatoletta portafortuna da regalare ai parenti
Ci sono poi piccoli omaggi casalinghi, per nulla dispendiosi, da porgere in segno di auguri. L’usanza trova origine nel passato agricolo del Paese. Così, per allontanare la minaccia di fame e carestia, si prepara per le persone care una scatolina: dentro ci sono un pizzico di sale, che augura l’abbondanza di cibo e una moneta, anche di valore modesto, per richiamare la prosperità. Ma anche pezzetto di carbone, che non ha valenza punitiva, al contrario di quanto si crede, ma auspica calore, ovvero la possibilità di proteggersi dalle intemperie per un anno intero.
5- I riti scaramantici sull’amore
Per chi fosse in cerca dell’amore, c’è, infine, un rito particolarmente diffuso nel Lazio. Consiste nell’imbastire tre aghi con tre fili diversi. Uno bianco, ad indicare una storia felice, uno rosso che presagiva di rimanere single, e uno nero, sinonimo di prossimo amore triste. Alla ragazza bendata, il compito di prenderne uno e ricevere l’attesa risposta. Sempre in tema di amore, in Puglia si lasciavano cadere in un bicchiere pieno d’acqua due chicchi di grano, che rimanendo uniti annunciavano un matrimonio entro l’anno. Il segreto, come sempre, è non perdersi troppo sul serio.
