«La ripresa post-pandemia è più rapida del previsto, sostenuta nell`ultima fase dal settore dei servizi». Lo ha rilevato Gregorio De Felice, Chief Economist e responsabile della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, nel suo intervento al 43mo congresso nazionale Andaf (Associazione nazionale direttori amministrativi e finanziari). E aggiunge: «Il comparto manifatturiero risente di colli di bottiglia nelle catene del valore e aumenti dei costi. Le strozzature nei trasporti marittimi (aggravate dagli effetti della pandemia) hanno causato un allungamento dei tempi di consegna e ridotto le scorte. Ci sono diffuse pressioni al rialzo sui prezzi di materie prime e beni intermedi, che comunque hanno probabilmente già raggiunto il picco e sono destinate gradualmente a rientrare».
Le previsioni di crescita per il pil globale
L’economista ha espresso l’attesa di una crescita globale del Pil al 6,0 per cento nel 2021 e al 4,9 nel 2022 e ha detto che «il rimbalzo è ampio con il maggior contributo proveniente da Asia e Stati Uniti». Secondo De Felice, per quanto riguarda l`inflazione, «il peggio è alle spalle, ma restano rischi collegati all`eccesso di domanda e alle aspettative». In area euro saranno i servizi a sostenere la ripresa a fronte di una stabilizzazione dell`attività manifatturiera.
La ripresa in Italia
In Italia la ripresa è accelerata nel secondo trimestre, con il Pil cresciuto “molto più del previsto”. Le indagini di fiducia, ha sostenuto De Felice, segnalano che l`attività economica “dovrebbe mantenere un ritmo solido nel trimestre in corso, ma in prospettiva ci aspettiamo un rallentamento”. L’economia è attesa “mantenere un buon ritmo” nel terzo trimestre e la crescita 2021 potrebbe risultare nel range 5,5-6 per cento (dopo il -8,9 per cento nel 2020). Il ritmo di crescita annua del Pil, ha detto ancora De Felice, «sarà superiore al potenziale almeno fino al 2026», grazie al rimbalzo post-Covid e, soprattutto, alla spinta dal Next Gen Eu, con il Pnrr italiano da 235 miliardi di euro.
Le politiche fiscali
Le politiche fiscali, secondo l’economista «rimarranno espansive» e le politiche monetarie «accomodanti» nei Paesi avanzati. I dati spingeranno la Fed a «ridurre gli acquisti di titoli da inizio 2022: discussione a settembre, annuncio a novembre, inizio a dicembre». I tempi per la svolta sui tassi «sono invece ancora lunghi: il rialzo potrebbe iniziare nel 2023». La Bce, infine, concluderà il Pepp il 31 marzo 2022, ma «continuerà gli acquisti App forse fino al 2023 incluso». L’attesa del mercato è di rialzi dei tassi «soltanto dal 2024», ha concluso.