Rilasciata Viktoria Roshchyna, la giornalista ucraina rapita dai russi
Dopo dieci giorni di prigionia, è stata liberata la reporter di cui si erano perse le tracce il 12 marzo. A dare l'annuncio, Hromadske, l'emittente per cui lavora. Per il rilascio, sarebbe stata costretta a girare un video ringraziando le forze armate di Putin.
Viktoria Roshchyna, la giornalista ucraina scomparsa lo scorso 12 marzo, è stata rilasciata dai russi. L’annuncio è stato dato, via Twitter, da Hromadske, la televisione per cui lavora.
Our journalist Victoria Roshchyna was released from Russian captivity. Now she is on her way to her hometown, Zaporizhzhia. She was captured on March 15 in the occupied Berdyansk pic.twitter.com/cwSt0A38sx
— Hromadske Int. (@Hromadske) March 22, 2022
Era stata la stessa emittente a segnalare anche la sua scomparsa, sottolineando i molti tentativi fatti per cercare di ristabilire un contatto con lei, tutti, però, caduti nel vuoto. Dopo essere stata imprigionata dalle forze armate russe per dieci giorni, ora finalmente la reporter è libera ed è in viaggio verso casa, nella sua città natale, a Zaporižžja.
Cosa è successo alla giornalista ucraina Viktoria Roshchyna, catturata dai russi
Viktoria Roshchyna è stata catturata dalle forze russe a Berdiansk, nell’Ucraina sud-orientale. La giornalista, sin dall’inizio dell’invasione, stava documentando gli attacchi e le condizioni dei civili, tra il Sud e l’Est dell’Ucraina. Stando all’emittente ucraina 24 Tv, la reporter, per ottenere il rilascio, sarebbe stata costretta dai soldati russi a girare un video, in cui avrebbe ringraziato le forze speciali russe per averle salvato la vita. Un modo, dunque, per sostenere la narrazione russa dell’invasione. Sui social Viktoria Roshchyna, definiva il suo lavoro una missione: «Sono andata nelle regioni occupate per dare voce a persone che hanno vissuto senza connessione tutto questo tempo, sotto gli spari, e con il rombo dei carri armati russi. Nei piccoli villaggi, gli invasori si sentono ‘eroi’, sparano ai civili, danno fuoco alle auto, uccidono, saccheggiano. Trasformano la vita delle persone in inferno, traumatizzando la psiche dei bambini. Mi hanno rubato gli strumenti di lavoro, ma non mi toglieranno la voglia di dire la verità sui loro crimini. Non perdonerò mai la Russia. Mai più. Bruceranno all’inferno. E saranno assicurati alla giustizia».

Non ci sono ancora aggiornamenti, invece, sui giornalisti ucraini Oleg Baturin e Serhiy Tsyhypa, scomparsi a Kakhovka e Nova Kakhovka, anche loro impegnati a testimoniare l’invasione.