A sei anni dal disastro arriva la prima sentenza nel processo sulla strage di Rigopiano, iniziato nel 2019. Il gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, ha condannato a due anni e otto mesi il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta. Assolti, invece, sia l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, sia l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco. La Procura aveva chiesto nel novembre scorso 12 anni per Provolo, 6 anni per Lacchetta e 11 anni e 4 mesi di carcere per Di Marco. La sentenza non è stata accolta con favore dai familiari delle 29 vittime della valanga, che prima hanno applaudito sarcasticamente il gup e poi hanno urlato: «Ti devi vergognare, è uno schifo, questa non è giustizia».

Proteste in tribunale: interviene la polizia
«Fate schifo», ma anche «vergogna», «ci avete uccisi di nuovo», urla e pianti a dirotto. I familiari delle vittime della strage di Rigopiano non hanno accolto favorevolmente la sentenza, che assolve due dei tre nomi più importanti chiamati a processo tre anni e mezzo fa. Le accuse erano di omicidio, disastro colposo e lesioni. Alla lettura della sentenza, i parenti si sono scagliati contro il gup Gianluca Sarandrea costringendo anche le forze dell’ordine a intervenire e a blindare l’aula. I familiari delle vittime già stamattina avevano esposto un grande striscione fuori dal tribunale con tutte le foto dei 29 deceduti. Come spiegato da una delle parenti ad Adnkronos, un modo per far sì che «anche loro siano presenti». In aula, invece, sono state sistemate 29 maglie con il volto di ognuno di loro in altrettanti posti.
#Rigopiano, la sentenza e la rabbia delle famiglie delle #29vittime pic.twitter.com/HIpe8a5GkM
— Rita Bartolomei (@RitaBartolomei) February 23, 2023
La strage di Rigopiano il 18 gennaio 2017: 29 morti tra ospiti e dipendenti
La sentenza arriva a tre anni e mezzo dall’inizio del processo per la tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto da una valanga. I fatti risalgono al 18 gennaio 2017 e nel tragico evento morirono ben 29 persone, tra ospiti e dipendenti della struttura della provincia di Pescara. La prima udienza è stata il 16 luglio 2019 e nonostante il rito abbreviato sono passati 3 anni e mezzo prima del giorno della sentenza.
