Per Meloni Richard Gere al processo Open Arms cerca visibilità: ecco tutte le battaglie dell’attore

Redazione
24/10/2021

Secondo la leader di Fratelli d'Italia l'attore testimone del processo che vede imputato Salvini cerca solo un palcoscenico. Ma dimentica l'impegno dell'attore contro l'Hiv, per i migranti, per i profughi del Kosovo e per la causa tibetana contro la Cina.

Per Meloni Richard Gere al processo Open Arms cerca visibilità: ecco tutte le battaglie dell’attore

«Ditemi voi quanto è serio un processo in cui verrà da Hollywood Richard Gere a testimoniare sulla mia cattiveria. Spero duri il meno possibile le perché ci sono cose più serie di cui occuparsi». Lo ha detto Matteo Salvini uscendo sabato 23 ottobre dall’aula bunker di Palermo dove si è svolta la prima udienza del processo che lo vede imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nell’ambito della vicenda Open Arms. Il presidente della Corte ha accolto tutti i testimoni richiesti dalle parti, tra cui Richard Gere che nel 2019 salì a bordo della nave della ong spagnola per portare vivere ai 138 migranti.

Giorgia Meloni contro la testimonianza di Richard Gere: «Siamo al limite della decenza»

Anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, si è scagliata contro la decisione di ammettere Richard Gere tra i testimoni del processo Open Arms. «Ma quanto può essere credibile una Nazione nella quale si consente a un attore in cerca di visibilità di testimoniare contro un ex ministro della Repubblica deridendo le nostre Istituzioni?», ha twittato Meloni. «Siamo veramente oltre il limite della decenza».

Non solo Open Arms, l’impegno di Richard Gere

«Queste persone sono angeli. Sono sopravvissute alla Libia, alle tragedie e ai traumi, anche solo per raggiungere le imbarcazioni», aveva dichiarato Richard Gere salendo a bordo della Open Arms. L’attore 72enne nei decenni si è speso per molte cause sociali, politiche e umanitarie. Un impegno che smentisce chi lo accusa di essere in cerca di una qualche visibilità.

Gere e la visita all’hotspot di Lampedusa nel 2016

Restando in Italia, nel 2016 prima di raggiungere Taormina da presidente onorario del Taormina Film Fest, Gere aveva visitato l’hotspot di Lampedusa pranzando con migranti e operatori del centro di accoglienza. Nel 2014, per il film Time Out Of Mind (in italiano Gli invisibili) si camuffò da senza tetto di New York per raccontare la vita di strada.

Gere e l’impegno contro l’Aids

Gere da sempre si batte contro l’Aids. Fino dagli Anni 80 finanzia la ricerca, presenziando a eventi e iniziative per la sensibilizzazione soprattutto in India. Proprio in India ha contribuito alla creazione di una struttura per bambini e donne affetti dalla malattia lanciando la Gere Foundation India Trust.

Gere e la situazione dei profughi kosovari

Nel 1999 visità un campo profughi in Kosovo sollecitando un intervento della comunità internazionale. «Considerando che i bombardamenti sono guidati dagli Stati Uniti e dagli inglesi, il loro impegno a prendere i rifugiati deve essere molto, molto più elevato. Spetta sicuramente ai Paesi sviluppati del mondo, in particolare ai Paesi della Nato, assumersi molte più responsabilità di quante ne abbiano», dichiarò dichiarato l’attore. Nel 2017 è tornato a occuparsi della ex Jugoslavia con il film The Hunting Party dove interpreta Simon Hunt, un giornalista sulle tracce del criminale di guerra più ricercato della Bosnia personaggio simile a Radovan Karadzic, arrestato nel 2008. Per il suo impegno nel far conoscere il dramma dei kosovari nel 2012 ha ricevuto la medaglia d’onore dal presidente albanese Bamir Topi. Gere combatte anche per i diritti delle popolazioni indigene di tutto il mondo insieme con l’associazione Survival International.

La critica alla Cina e l’appoggio alla causa del Tibet e al Dalai Lama

Di fede buddista, Richard Gere ha anche supportato molte campagne per l’indipendenza del Tibet. È il cofondatore della Tibet House e presidente dell’International Campaign for Tibet, oltre a conoscere personalmente il Dalai Lama.  Nel 1993 dagli Oscar denunciò la politica della Cina per questo non ha mai più presentato la notte degli Oscar e non può entrare nella Repubblica Popolare. In occasione delle Olimpiadi di Pechino del 2008 ha invitato a un “boicottaggio emotivo” nei confronti del Paese asiatico.

La collezione di chitarre venduta per finanziare scuole e ospedali

Nel 2011 ha messo in vendita la sua celebre collezione di chitarre (tra cui quella appartenuta a Bob Marley) raccogliendo quasi un milione di euro per finanziare la costruzione di ospedali e scuole in vari Paesi del mondo.