Cercando in uno scatolone in solaio delle vecchie foto di mio padre da scegliere per sua lapide mi imbatto casualmente in un vecchio numero di GQ del luglio del 2004 con in copertina “le Berluschine”, fotografate nel parco della villa La Certosa, in Sardegna, che probabilmente ho conservato perché al suo interno c’è anche un’intervista che avevo rilasciato al giornale, all’epoca, quando mi atteggiavo a rockstar della notte, stravaccato sul divano molto stile Savoia, o Serbelloni se preferite, del mio salotto, giocherellando nervosamente con una pallina da golf gialla, facendo il broncio e domandandomi quanto sembrassi figo agli occhi della gente. Così apro il giornale e la rileggo per vedere che effetto fanno le mie parole circa 18 anni dopo, a 42 anni suonati.
Le mie parole nascono dalla mia vita, dalla mia arte, dalla mia cultura, da quello che faccio dal mattino alla sera…di solito non faccio niente…mi alzo tardi, leggo dei giornali, dei libri
GQ: «Allora, come ci si sente a essere It Boy del momento?».
IO: «Bè, forse sono un’icona, comunque rimango il solito ragazzaccio di sempre».
GQ: «Cosa vedi quando pensi alla tua generazione?»
IO: «Non penso nulla, che si divertano cazzo, non sono certo nella posizione di poter esprimere giudizi».
GQ: «Come ha cominciato Andrea Spider?».
IO: «Ho cominciato per gioco, quando ero piccolo, ero molto bambino e giravo per Londra, Parigi, New York… poi sono tornato in Italia, soprattutto Riccione, dove in quel momento stavano aprendo i club più importanti, come il Cocoricò e da lì è iniziato tutto».
GQ: «In che periodo hai cominciato a lavorare al Cocoricò?».
IO: «Guarda, le date non le ricordo, diciamo quando il Cocoricò è diventato il top del glamour totale, nel privé entravi solo se eri stra-giusto, nel privé non pagava nessuno, eravamo totalmente mantenuti dal Cocoricò, ci rovesciavamo addosso bottiglie di champagne, e non farmi dire cose sconce perché non mi sembra il caso».
GQ: «Le tue parole da dove nascono?».
IO: «Le mie parole nascono dalla mia vita, dalla mia arte, dalla mia cultura, da quello che faccio dal mattino alla sera…di solito non faccio niente…mi alzo tardi, leggo dei giornali, dei libri, rilascio qualche intervista».
GQ: «Quindi non sono parole spontanee, ma sono frutto di un lavoro che viene fatto in settimana».
IO: «Guarda, io non mi preparo niente, perché non mi ricordo neanche cosa ho detto ieri sera».
GQ: «Qual è il centro della scena in Italia secondo te?».
IO: «La riviera è il centro, il centro è Riccione».
GQ: «Non è Milano?».
IO: «Nooo, Milano va bene per le modelle, per lo shopping, la Romagna è un’altra cosa».
GQ: «Cosa fa incazzare Andrea Spider?».
IO: «Ultimamente i deejay maleducati, le modelle pettegole, i pierre che spariscono…».
GQ: «La droga?»
IO: «Ho superato tutti i vizi in cliniche costose».
GQ: «Mai andato a letto con una ragazza di 15 anni?».
IO: «Ragazza ? Forse. Vedi, Lapo Elkann si intrattiene con travestiti, banale, noi lo facevamo già 10 anni fa».
GQ: «Cosa pensi del crack economico che ha investito recentemente la tua famiglia?».
IO: «Non parlo di mio padre.
GQ: «D’accordo, passiamo alla prossima domanda».
IO: «Spara».
GQ: «Cosa pensi quando sali in consolle e guardi in basso verso la pista?».
IO: «God is a deejay sorella».

Ho iniziato a frequentare il mondo delle discoteche più o meno a 14 anni, facevo il pierre in una discoteca minorile in piazza San Babila a Milano che prendeva il nome da una famosa maîtresse parigina di nome Madame Claude, in società con un mio amico, Ale Cash, che oggi ha una delle agenzie di comunicazione più forti in Italia, la Mad Agency e uno straordinario ufficio in uno dei più bei palazzi della città, a Casa Campanini, in via Bellini 11, all’angolo con via Livorno. Verso i 16 anni poi le nostre strade si sono divise e ho continuato da solo trasformandomi in vocalist verso i 18 anni e poi fino ai 28 continuando fare il deejay. Saint-Tropez, Santa Margherita, Formentera, Milano, Londra, Dubai, Sankt Moritz. Papagayo, Covo di Nord-Est, Typic, Magazzini Generali, Boujis, Movida, King’s Club. Alzi la puntina. Metti il disco sul piatto. Premi start. Appoggio la puntina.
Porto Rotondo, Parigi, Roma, Lugano, Milano, Londra. Country, Rex Club, Open Gate, Living Room, Magazzini Generali, Boujis. Alzo la puntina. Metti il disco sul piatto. Premi start. Appoggi la puntina. Ti svegli al Charles de Gaulle, ti addormenti a Malpensa. Ti svegli a Gatwick, ti addormenti a Fiumicino. Guadagni un’ora, perdi un’ora. Davanti agli occhi i vari dress code delle serate. Love Boat, Nerds, Rock, Punk, Fluo, New Romantic, Ghetto Blaster, Blues Brothers, Japan, Trash, Toga Party.
Nulla rimane oggi dei gloriosi tempi andati, delle feste selvagge negli scantinati, dei rave illegali passati a suonare con le pupille ribaltate. Solo la solitudine, davanti al mixer
Alzi la puntina. Metti il disco sul piatto. Premi start. Appoggi la puntina. Le settimane scorrevano veloci, con l’autoreverse, da una consolle all’altra, da un locale all’altro, da una città all’altra. Tutte le serate erano diverse e uguali al tempo stesso.
Da quando avevo smesso di farmi poi, e mi sono fidanzato con Ofelia, di colpo non mi interessava più nulla, né il proliferare di polveri e pasticche che giravano da quelle parti, né le varie pulzelle sculettanti sempre sorridenti e pronte a prendertelo in bocca alla prima occasione. Anche il secchiello pieno di ghiaccio con fissa la bottiglia di Veuve Clicquot sempre presente in consolle aveva perso d’interesse. Dall’alto della mia postazione mi limitavo a fare gesti seriali da catena di montaggio.
Alzi la puntina. Metti il disco sul piatto. Premi start. Appoggi la puntina. Così ho deciso di smettere e di limitarmi a servire drink dieto al bancone di un bar. Nulla rimane oggi dei gloriosi tempi andati, delle feste selvagge negli scantinati, dei rave illegali passati a suonare con le pupille ribaltate. Solo la solitudine, davanti al mixer, dietro al vetro, nella cabina del deejay. In mezzo a centinaia di persone ma irrimediabilmente solo. Destino che oggi toccherà a qualcun altro, in concomitanza con il nuovo decreto, che prevede la riapertura delle discoteche dopo la grande pausa forzata dettata dal Covid.
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