Il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavský ha inviato una lettera al personale del dicastero chiedendo ai dipendenti di trovare un migliore equilibrio tra vita professionale e personale, dopo che tre diplomatici di età compresa tra 46 e 55 anni – Monika Studená, Jakub Dürr, Kateřina Fialková – sono morti improvvisamente negli ultimi cinque mesi, forse per burnout da lavoro.

La lettera del ministro degli Esteri
Nella lettera, visionata da Politico, Lipavský ha chiesto ai dipendenti del ministero degli Esteri di non sottovalutare la necessità di prendersi cura della propria salute fisica e mentale. «Ogni lavoro, compreso il nostro, prevede valori e ambizioni, ma anche sani limiti», si legge nella comunicazione. I diplomatici, scrive Lipavský, «svolgono il loro lavoro anche in zone di guerra sotto strette misure di sicurezza, con mobilità limitata nel Paese in cui sono distaccati». Qui, spesso «in condizioni climatiche difficili» e «lontani dalla famiglia», sono esposti «a grandi pressioni nella loro vita professionale e personale». Lipavský ha dichiarato che il suo ministero è pronto ad apportare modifiche per aiutare i diplomatici a far fronte alle pressioni del loro lavoro. Le misure in discussione includono l’aumento dei servizi psicologici per i dipendenti e le loro famiglie.

In realtà esiste già «un sistema di supporto presso il ministero degli Affari esteri, incluso uno psicologo», ha spiegato l’ambasciatrice ceca presso l’Unione Europea Edita Hrdá. «Prima della presidenza, abbiamo riflettuto su come evitare il superlavoro e il burnout», ha detto Hrdá, facendo riferimento al periodo di sei mesi del suo Paese alla guida del Consiglio dell’Ue, che si è concluso alla fine del 2022. «Per una questione di principio, abbiamo i fine settimana liberi. Durante la presidenza, quando era possibile, anche almeno un giorno alla settimana».
Repubblica Ceca, chi erano i tre diplomatici morti
Ma chi erano i tre diplomatici morti? L’11 marzo è mancata improvvisamente la vice ambasciatrice della Repubblica Ceca in Israele, Monika Studená. Aveva lavorato nella diplomazia per 25 anni, occupandosi di relazioni bilaterali, sostegno all’integrazione europea, politica di sicurezza. Passata da Praga a Bruxelles e poi a Londra, dove aveva lavorato presso l’ambasciata, è scomparsa a Tel Aviv soli 50 anni.
Il 16 febbraio era morto Jakub Dürr, 46 anni, ambasciatore ceco in Polonia. Ex rappresentante permanente della Repubblica Ceca presso l’Ue ed ex viceministro degli Esteri, lavorava a Varsavia dalla fine del 2021. A novembre 2022 si era preso un breve periodo di congedo per malattia, tornando poi in Polonia.
Ministerstvo zahraničních věcí s velkým zármutkem oznamuje, že dnes náhle zemřel Jakub Dürr, český velvyslanec v Polsku. Vyjadřujeme upřímnou soustrast rodině a jeho blízkým. pic.twitter.com/0OSfTSoiVs
— MZV ČR (@mzvcr) February 16, 2023
Il primo novembre 2022, a 55 anni, era morta l’ambasciatrice in Svizzera e Liechtenstein Kateřina Fialková, importante figura della diplomazia ceca. Dopo la Rivoluzione di Velluto del 1989 aveva studiato in Svizzera e negli Stati Uniti, lavorando poi nel gabinetto del segretario generale Nato George Robertson, dal 2000 al 2002. Successivamente era stata vice capo missione presso l’ambasciata della Repubblica Ceca nel Regno Unito e ambasciatrice in Giappone.
In❤️memory of Czech Ambassador Katerina Fialkova we gathered today at Dalmaziquai in Bern to plant a birch tree overlooking the Aare and place memorial plaque to honour our dear friend and colleague who passed away last November. @CzechEmbassyCH @FlueggerMichael pic.twitter.com/fafIztHCFe
— Andrea Bekic (@BekicAndrea) March 28, 2023
Esaurimento fisico e mentale: cosa è il burnout
Ad aver ‘ucciso’ i tre diplomatici sarebbe stato il burnout, una sindrome legata allo stress lavoro-correlato, che porta il soggetto all’esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche, alla manifestazione di sintomi psicologici negativi (come apatia, irrequietezza, demoralizzazione) che possono associarsi a problematiche fisiche (come cefalea, disturbi del sonno e gastrointestinali). La sindrome, che deve il nome all’espressione inglese “to burn out”, ovvero “bruciarsi”, “esaurirsi”, è classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una forma di stress lavorativo che non si è in grado di gestire con successo: uno stato di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale non ancora riconosciuto però come malattia o condizione medica.