Il detonatore è stato l’1,7% attribuito da Swg a Italia viva, il gradimento più basso dalla nascita del partito. Il sondaggio del 3 maggio, commissionato dal TgLa7, è esploso come una bomba nella compagine renziana, confermando una volta di più come la creatura del senatore di Rignano sia in caduta libera. Per una beffarda ironia della sorte, poche ore dopo su RaiTre Report mandava in onda il servizio Babbi e spie sull’incontro di Renzi e lo 007 Marco Mancini all’autogrill di Fiano Romano incassando il 12,3% di share, pari 3.046.000 spettatori
Il misterioso incontro, in piena crisi di governo, tra Matteo Renzi e lo 007 Marco Mancini.#Report da rivedere:
Babbi e spie
di Giorgio Mottola e @DProcaccianti https://t.co/cIFb4OZVdF— Report (@reportrai3) May 4, 2021
Il clima che si respira, insomma, è quello del si salvi chi può. Con o senza leader. Come dimenticare del resto il carpiato della consigliera regionale lombarda Patrizia Baffi che, dopo essere passata dal Pd a Iv, ha deciso di indossare la casacca di Fratelli d’Italia folgorata da Giorgia Meloni?
Renziani in cerca di un salvagente
I renziani, seppur si dichiarino fedelissimi al loro leader, sono consapevoli che c’è vita solo al di fuori di Italia viva. E si stanno dando da fare per assicurarsi un futuro politico. Il progetto è in fase di delineazione, e non da ora. «Sappiamo, al di là della propaganda, che Italia viva rappresenta un passaggio verso qualcos’altro», spiega a Tag43 chi conosce le dinamiche interne fin dall’inizio. Ed è quindi il momento di capire come spiccare il volo.
Al lavoro per una Cosa bianca con Calenda, Bonino e Carfagna
Ma qual è l’intento? Mettere insieme le forze moderate e liberali per creare un unico grande contenitore centrista e riformista. Una sorta di riedizione della Cosa Bianca. L’obiettivo è quello di unire sotto un tetto comune Azione di Carlo Calenda, quel che resta di +Europa di Emma Bonino (che ha anche litigato con gli attuali vertici), oltre ovviamente alla creatura di Matteo Renzi e ad altre forze centriste minori. Ma c’è anche un obiettivo inconfessabile: portare Mara Carfagna, attualmente impegnata al ministero del Sud e per la Coesione territoriale, a sposare la causa, visto il declino di Forza Italia.

Al momento lei è impegnata al governo, in quota azzurra, e non si sposta, né lascia intendere altro. Ma in futuro, chissà. Di mezzo ci sarebbe infatti la maxi costituente, nel centrone in cerca di unità. In quale modalità possa avvenire è tutto da capire: c’è chi spinge per un partito nuovo di zecca, chi preferirebbe la modalità soft della federazione, così da tenersi ognuno le proprie cose. Non proprio quisquilie, in ballo ci sono quantomeno i denari provenienti dal due per mille (la forma di finanziamento ai partiti), che per Azione e Italia e viva è una somma di 725 mila euro.
Il primo banco di prova? Le Amministrative d’autunno
«Al di là dell’organizzazione, alleanza o partito, l’importanza dell’operazione è tutta nella tempistica. Se sbagliamo quella…», avverte un esponente di punta di Italia viva. Per questo motivo sono state cerchiate in rosso le elezioni amministrative del prossimo autunno. Il sostegno renziano annunciato a Calenda diventa la prima e fondamentale tappa di un progetto, che va oltre la semplice dichiarazione di apparentamento. Magari il discorso-alleanze si amplia e se le cose dovessero andare benino, allora si aprirebbero scenari interessanti subito dopo il voto nei Comuni. Perché la legislatura finisce nel 2023, ma non si sa mai, visti i tempi.

Le ambizioni atlantiche di Renzi
Il cammino rischia però di tramutarsi in una Via Crucis. L’area, come noto, è affollata di aspiranti leader. Tra Calenda a Renzi non corre buon sangue, per usare un eufemismo. E se si aggiunge Carfagna, la frittata è fatta. La missione di individuare un federatore è abbastanza ardua, insomma. Ci vorrebbe un Mario Draghi. «In ogni caso la necessità fa l’unione», è il motto adottato. Il processo potrebbe avere un piccolo vantaggio: la migrazione di Renzi verso altri lidi. Non è un mistero che ambisca al ruolo di segretario generale della Nato ed è sempre più un dato di fatto che stia puntando sulla sua attività, esterna alla politica, da conferenziere e imprenditore. Certo, l’ex premier vuole garantire una dignità ai suoi fedelissimi, come premio alla lealtà. Per portarli un altrove centrista che, al momento resta indefinito. Ma che deve andare ben oltre l’1,7%.