Cortina d’Ampezzo è tornata di nuovo vip. Meta di molti volti noti tra cui i principali esponenti della nostra politica, la perla delle Dolomiti è stata al centro di un articolo di Tag43, ma anche di un’interrogazione parlamentare da parte della senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent, che ha chiesto lumi sulla scorta di Giuseppe Conte (passato appunto dalla nota località sciistica). Non solo: l’interrogazione ha portato alla pubblicazione di un pezzo su Dagospia, secondo cui Matteo Renzi potrebbe essere transitato da Cortina, durante queste vacanze invernali, a spese dei contribuenti. Ecco la risposta di Italia Viva.

Italia Viva, la risposta a Dagospia
«A fronte dell’articolo “Conte, un grillino tutto d’Ampezzo”, comparso oggi su Dagospia, nel quale si cita il senatore Renzi, si precisa per trasparenza che il senatore Renzi ha pagato il proprio soggiorno presso l’hotel in cui ha alloggiato a Cortina con un regolare bonifico bancario circa un mese prima. Nei giorni del Capodanno, infatti, trovare posto nella località montana veneta non è semplice e le strutture chiedono, giustamente, il pagamento anticipato», si legge nella nota diffusa da Italia Viva. «La scorta del senatore Renzi, composta di due unità, ha alloggiato in altra struttura rispetto al senatore. Le due unità sono state infatti alloggiate assieme alle scorte di altre personalità quali il Presidente del Senato e il ministro del Turismo. Il senatore Renzi si è recato a Cortina con auto privata ed è rientrato da Cortina con auto privata».

La precisazione sull’interrogazione della senatrice Fregolent
E poi: «In merito all’interrogazione della senatrice Silvia Fregolent, evidenziamo come sia tesa a capire quante persone della scorta hanno seguito l’onorevole Conte, in quale struttura abbiano alloggiato, con quanti mezzi si siano mossi e a quanto ammonti il costo per il contribuente. L’onorevole Conte, celebre per aver chiesto a Renzi di rinunciare alla scorta per andare a Palermo, ha tutto il diritto di andare in vacanza dove vuole. Purché paghi regolarmente e purché rispetti le altrui scelte oltre che le fisiologiche regole di trasparenza previste dalla Camera dei Deputati e dalla Legge italiana».