Già indagato per associazione a delinquere finalizzata a distrarre 250 mila euro dalla onlus “Uniti per la provincia di Cremona”, il professionista Renato Crotti è stato arrestato per prostituzione minorile e pedopornografia: usando su Facebook il falso profilo “Federica Banardi”, adescava ragazzini per scambi di video, foto, materiale pornografico e incontri a sfondo sessuale.
Renato Crotti, soldi in cambio di favori sessuali
Il filone sulla pedopornografia nasce dall’inchiesta relativa ai soldi rubati alla onlus, fondata da Crotti per raccogliere fondi a sostegno di ospedali e istituzioni impegnati nella lotta contro la pandemia di Covid-19: in particolare, ha avuto origine dalle dichiarazioni di una persona interrogata dalle Fiamme Gialle, che ha raccontato di aver avuto rapporti sessuali con Crotti in cambio di denaro ai tempi delle superiori, quando era ancora minorenne. Le perversioni di Crotti, oggi 55enne, a quanto pare erano ben note in certi ambienti del cremasco. «Un mio amico mi disse che se avessi voluto comprarmi delle scarpe nuove e avessi avuto bisogno di soldi, avrei potuto assecondare le fantasie del signor Crotti», aveva spiegato il testimone.
Renato Crotti, il tariffario e gli appuntamenti
Come emerso dalle indagini, relative a fatti che vanno dal 2018 all’ottobre del 2020, Crotti aveva un tariffario: per ogni foto di un minore nudo pagava dai 5 ai 7 euro, mentre per richieste più hot poteva arrivare anche a 150 euro. Nello smartphone di Crotti, la Guardia di Finanza ha trovato fotografie, video, chat dal contenuto inequivocabile e soprattutto gli appuntamenti per gli incontri, che avvenivano sempre a tarda sera, a volte in un parcheggio a breve distanza dal centro di Crema, altre in mezzo ai campi di Castelleone oppure al chiuso, in un garage. Questo il modus operandi di Crotti, che alla notizia dell’arresto ha avuto un malore. Dopo ore trascorse al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Crema, alle quattro del mattino l’imprenditore è stato poi trasferito nel carcere di Cà del Ferro. Per il gip, la detenzione è l’unica misura in grado di «contenere la spinta criminale, estremamente elevata, se si considera la durata nel tempo delle condotte criminose poste in essere e l’assoluta assenza di autocontrollo».