«Tu vuo’ fa’ l’americano, Mericano, ‘mericano, Sient’a mme chi t’ ‘o ffa fa» è un ritornello che in moltissimi conosceranno, dato che negli anni è diventato una sorta di inno dei nostri connazionali (di prima o seconda generazione) all’estero. Forse non tutti conoscono però il suo interprete originale, Renato Carosone, un artista dalla lunga carriera con un curriculum di tutto rispetto.
Chi era Renato Carosone: biografia e canzoni famose
Nato a Napoli il 3 gennaio del 1920, si formò come musicista classico e jazzista, diventando ben presto uno dei più apprezzati interpreti della canzone napoletana e della canzone leggera italiana. La sua primissima composizione per pianoforte, intitolata Triki-trak, la scrisse a soli 14 anni, ma fu in realtà costretto fin da subito a mettere da parte la sua più grande passione per aiutare il padre a mantenere la famiglia lavorando, dopo la prematura scomparsa della madre. Sarà in effetti grazie all’aiuto degli altri due fratelli che creò il simpatico trio “Carosone”, con lo scopo di intrattenere amici e familiari in occasioni conviviali.
A soli 17 anni partì per l’Africa per lavoro, Paese dove rimarrà anche durante una parte della Seconda Guerra Mondiale, riprendendo al contempo il suo ruolo di pianista in alcuni gruppi jazz che suonavano nei locali inglesi di Addis Abeba. I suoi primi album usciranno proprio negli anni 40, ma sarà solo nel decennio successivo che Carosone troverà la sua definitiva consacrazione, anche all’estero. Tra il 1955 e il 1958 usciranno sette volumi del CAROSELLO CAROSONE, che garantiranno all’artista una visibilità e un successo inediti. Una popolarità, la sua, che crescerà a dismisura con hit del calibro di Tu vuo’ fa’ l’americano, Torero, Caravan Petrol, O’ sarracino e Pigliate ‘na pastiglia, ancora oggi considerati pezzi iconici. Dopo l’ondata di successo, Carosone annuncerà il ritiro nel 1960, tornando però sui suoi passi circa 15 anni dopo.
Renato Carosone: moglie, figli e causa della morte
Carosone, che alle spalle aveva anche una partecipazione al Festival di Sanremo 1989 (con il pezzo ’Na canzuncella doce doce), morì nel sonno a 81 anni il 20 maggio del 2001, nella sua casa di Roma. Poco meno di dieci anni prima, nel 1993, era stato colpito da un aneurisma cerebrale che era riuscito a superare.
Con la sua scomparsa, Carosone lasciò l’adorata moglie Lita Levidi (sposata nel 1938 e scomparsa a sua volta nel 2012) e il figlio Pino Carosone (che non era in realtà suo figlio naturale).