Maiorca, al via il recupero di una nave romana di 1700 anni fa
Gli archeologi spagnoli hanno iniziato il recupero di un’imbarcazione ritrovata alle Baleari a soli due metri di profondità. Il relitto appare perfettamente conservato, mentre all’interno ci sono 300 anfore e una scarpa di cuoio ancora intatta.
L’Impero romano continua a restituire antichi tesori ai ricercatori. Un team di archeologi ha avviato il processo di recupero di una nave mercantile affondata 1700 anni fa lungo la costa di Maiorca, isola spagnola delle Baleari, nell’area dell’odierna Ses Fontanelles. Sommerso dalla sabbia e dall’acqua era stato trovato nel 2019, a soli due metri di profondità, in una zona molto frequentata dai turisti nella stagione estiva. «È una scoperta che capita una volta nella vita», hanno detto gli esperti al Guardian. «Non metteremo mai più le mani su qualcosa di così speciale».
⚓️🏺Descobrim més de la Història Antiga de les #IllesBalears gràcies al projecte #Arqueomallornauta.
🔎🌊Començam l'estudi de les restes provinents d l'excavació del vaixell enfonsat a #SesFontanelles.
✅Projecte amb la col·laboració de @ConselldeMca, @univcadiz @UniBarcelona. pic.twitter.com/EfXTMtyorh
— Universitat de les Illes Balears – UIB (@UIBuniversitat) March 7, 2022
Il relitto romano contiene anfore in terracotta e persino alcune scarpe di cuoio
Il Consell de Mallorca, organo di governo dell’isola, ha avviato un’operazione di recupero del relitto che ha coinvolto le tre università di Cadice, Barcellona e Baleari. Al momento, gli archeologi hanno riportato alla luce circa 300 anfore e altri oggetti della vita quotidiana nel IV secolo d.C. Oltre alle giare in terracotta, recanti tituli picti, ossia iscrizioni commerciali, gli esperti hanno rinvenuto una pentola da cucina, una lampada a olio e un trapano da falegname. Spicca però la scoperta di una scarpa in cuoio, incredibilmente intatta grazie alla protezione della sabbia. «L’obiettivo è preservare ogni reperto di questo pezzo inestimabile di storia», ha detto al Guardian Jaume Cardell, capo archeologo. «Siamo di fronte a un caso pressappoco unico in tutto il Mediterraneo occidentale».

Il relitto, lungo 12 metri e largo tra i cinque e i sei, si presenta intatto, come se il naufragio fosse accaduto poco tempo fa. Un evento che ha sorpreso gli stessi archeologi, che si sono detti esterrefatti. «Il legno è talmente integro che potrebbe essere ancora battuto e modellato», ha detto Ángel Cau dell’università di Barcellona. Da una prima analisi, gli esperti ritengono che l’imbarcazione sia salpata dalla città di Cartagena oppure da Terragona. Il relitto rappresenta infatti una nuova conferma dell’importanza commerciale delle Baleari già ai tempi dell’Impero. «Le isole non erano tagliate fuori, ma erano parte integrante del sistema, tappa fondamentale sulla rotta mercantile», ha dichiarato Enrique García Riaza, storico dell’università delle Baleari.
I reperti mostrano segni di fede sia pagana sia cristiana
Nessuna traccia dell’equipaggio, che probabilmente raggiunse a nuoto la riva data la vicinanza con la terraferma. Alcuni dettagli del carico però possono ancora dire molto sull’identità dei marinai. Il dottor Cau ha infatti spiegato come la lampada ad olio presenti un simbolo pagano di Diana, dea romana della caccia. Altre anfore invece sono corredate di sigilli cristiani, simboleggiando la commistione delle due religioni nell’Impero. «Crediamo che l’equipaggio fosse prettamente pagano», ha detto l’esperto. «La merce dei seguaci di Cristo però fa pensare che mittente o destinatario del viaggio fosse un’autorità ecclesiastica». È probabile dunque che i marinai, al giusto prezzo, potessero mettere da parte la fede pur di arricchire le proprie casse.

Sebbene l’operazione di recupero vada avanti ininterrottamente da due settimane, il mare continua ancora a rivelare oggetti. «Siamo di fronte a una scoperta senza precedenti», ha continuato Cau. «Non esistono tracce di imbarcazioni romane intatte in tutta la Spagna». L’obiettivo degli archeologi è ora recuperare il relitto da mettere poi in mostra nei musei. «Tutti i turisti devono poter godere di questa meraviglia».