Scozia, un quartiere alimentato a idrogeno grazie all’energia eolica
In Scozia, un progetto quinquennale intende fornire energia green a 300 case. Il via nel 2023, l'idrogeno verrà ricavato con il supporto di una gigantesca turbina. Ma il mondo accademico britannico storce il naso: «Poche strutture e costi enormi».
Ridurre le emissioni dei combustibili fossili, alimentando con l’idrogeno un intero quartiere scozzese. L’esperimento di H100, progetto britannico, prenderà il via nel 2023 e nell’intenzione dei suoi autori durerà intanto cinque anni. A garantire il grande quantitativo di energia rinnovabile una gigantesca turbina eolica installata vicino alla costa. Ma se la popolazione appare entusiasta, lo stesso non può dirsi della comunità scientifica.
Come funziona il progetto di alimentazione a idrogeno del Regno Unito
Il progetto di National Grid, multinazionale energetica con sede a Londra, ed SGN interesserà l’area scozzese di Levenmouth, nella zona sudorientale. La regione ha una lunga tradizione mineraria e ha fornito per decenni combustibili fossili al Regno Unito. Oggi però il vento sta letteralmente cambiando. Una gigantesca turbina di 200 metri infatti sfrutterà l’energia eolica per sostenere un elettrolizzatore in grado di trasformare l’acqua dell’umidità in idrogeno. Il gas sarà poi immagazzinato in serbatoi pressurizzati prima di giungere in circa 300 abitazioni dei paesi di Buckhaven e Methil, cui saranno fornite gratuitamente caldaie e cucine specifiche.

Principale finanziatore del progetto, dal costo di 28 milioni di sterline (circa 33 milioni di euro), è stato l’Office of Gas and Electricity Markets, che ha dichiarato di essere pronto ad estendere l’iniziativa a 1000 abitazioni. «La Scozia è benedetta da vento, pioggia e risorse naturali», ha detto alla Bbc Angus McIntosh, a capo del progetto H100 per SGN. «Ha tutti gli ingredienti per diventare uno dei maggiori esportatori di idrogeno». Il Regno Unito infatti intende raggiungere la produzione di 5 gigawatt di energia alimentata da idrogeno entro il 2030. Si tratta di una quantità enorme, pari al consumo di oltre 3 milioni di famiglie in un anno.
L’obiettivo è anche porre un freno all’aumento dei prezzi del gas naturale, che recentemente ha subito un’impennata per la guerra in Ucraina. «Per ora l’idrogeno ha costi maggiori, ma credo che a breve assisteremo a un’inversione di tendenza». C’è spazio anche per vantaggi a lungo termine. Gli esperti hanno sottolineato infatti come l’idrogeno possa essere facilmente stoccato e utilizzato nelle giornate uggiose o con assenza di vento.
La frenata di alcuni accademici per costi e strutture
Non mancano però gli scettici, soprattutto nel mondo accademico. Il Regno Unito ancora presenta forti lacune in termini di strutture all’avanguardia, ferme alla fase di progettazione. Problematici anche i costi, troppo esosi rispetto alle tecniche tradizionali. «Per vedere il prezzo dell’idrogeno alla pari con quello dei combustibili fossili bisognerà aspettare almeno il 2030», ha detto alla Bbc Katriona Edlmann, ricercatrice dell’università di Edimburgo. Per raggiungere l’obiettivo sarà necessario anche attirare l’interesse dell’industria, creando un mercato di portata globale. «Occorrono investimenti, ma ancora non ci siamo», ha sentenziato Eldmann.
