Se c’è una tacita regolina che a Milano, e più in generale sui social, non si può proprio infrangere è la qualità di font, layout e claim. O, in rispetto al sovranismo linguistico tanto caro (!) al ministro Sangiuliano: caratteri, impaginazione e motto. Le buone intenzioni e in questo caso, non ce ne voglia Morgan, la buona educazione cadono di fronte allo stile, soprattutto se ci si rivolge a un pubblico geneticamente snob come quello milanese. L’effetto giargianata è infatti dietro l’angolo.
L’Aperimajo di cui non si sentiva il bisogno
Per questo la card ‘elettorale’ postata su Facebook dal candidato alle Regionali David Gentili, ex consigliere comunale a Milano e presidente della commissione consiliare antimafia, per invitare la cittadinanza a fare «quattro chiacchiere» con l’aspirante governatore Pierfrancesco Majorino è un pugno in un occhio. A partire da quel claim: Aperimajo, che fa un po’ ape Maja, un po’ Buongiornissimocaffè e un po’ apericena, altro termine tabù per i milanesi-milanesi. Il carattere poi giallo canarino, con una leggera ombra, pare essere stato scelto appositamente da miocuggino. Vero, l’europarlamentare Pd punta molto sui volontari ma, come ha scritto il Corriere, ha arruolato ben cinque agenzie di comunicazione per gestire sia i suoi profili social sia per elaborare la strategia politica: Altavia, Bovindo, Jump, Quorum e Strategy Design. Sarebbe curioso sapere che ne pensano.
La rana di Lady Letizia Moratti
Non va molto meglio in casa Moratti. Lady Letizia, affiancata dal guru della comunicazione Daniel Fishman e dalla sua agenzia Consenso, nel suo tentativo di avvicinarsi alla comunità, il 2 gennaio ha postato un reel presentando la sua scrivania, quella dove studiava da ragazza. «Preparavo qui i miei esami di liceo e dell’università», illustra con voce flautata ma con un tono costruito (e a dire il vero quasi imbarazzato). Poi l’inquadratura si ferma su una delle sue rane portafortuna in ceramica. «Spero che sia di buon augurio anche per voi. Buon anno con la mia rana».
