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Il bus elettorale di Moratti: una moda che (purtroppo) continua

Anche Lady Moratti ha ceduto alla tentazione del pullman elettorale per apparire vicina alla gente, inserendosi nella tradizione inaugurata da Prodi, proseguita con Veltroni e, più recentemente, resuscitata in versione elettrica da Letta. Renzi, alternativo, scelse il camper, mentre Berlusconi addirittura una nave. È questa (ahinoi) la politica della mobilità italiana.

12 Gennaio 2023 18:17 Paolo Landi
Il bus elettorale di Moratti: una moda che (purtroppo) continua

Immaginiamo una scena: Letizia Moratti arriva a Cerro Maggiore in Tesla con autista e due poliziotti in moto con lampeggianti. Scende, va al mercato con la scorta, si informa educatamente sui prezzi di verdure e formaggi, si fa le foto con le casalinghe che fanno la spesa, chiedendo loro apertamente il voto, enunciando tre cose che intende fare per migliorare la loro vita, senza giri di parole inutili, e riparte per Abbiategrasso. Stessa scena e via verso Magenta, Bresso, Cormano, Baranzate. Senza inquinare, parcheggi semplici e veloci.

Il bus elettorale di Moratti: una moda che (purtroppo) continua
Letizia Moratti a bordo del bus elettorale (da Fb).

Il bus e la retorica della vicinanza, dell’ascolto e del dialogo

Un politico immerso nella vita di oggi non dovrebbe aver timore di ottimizzare tempo e denaro, i suoi elettori gli chiederebbero anche questo, per esempio quando aspettano mesi, a volte anni, per accedere all’assistenza sanitaria pubblica. Velocità, produttività, pragmatismo. La retorica vuole invece che il politico italiano sia preoccupato di comunicare ai cittadini la sua “vicinanza, l’ascolto, il dialogo” e così prende il bus. Un pachiderma con le fiancate customizzate da una grafica spesso orrenda, obbligato a Milano a partire dal parcheggio di viale Marche, un “comitato mobile” da 50 posti che si riempie di assistenti, portaborse, uffici stampa, social media manager e tutta quella specie infestante che assorbe dal politico i nutrimenti necessari alla propria personale fotosintesi, restituendo la luce riflessa a volte con danni irreparabili.

Il bus elettorale di Moratti: una moda che (purtroppo) continua
Romano Prodi nel 1997.

I pullman di Prodi e Veltroni e la nave della libertà di Berlusconi

Il primo fu Romano Prodi, che partì da Bologna con il pullman dell”Italia che vogliamo’. Gli spin doctor avrebbero dovuto riconoscere l’originalità del professore e fermarsi lì, Paganini non ripete. Invece il parco macchine dei trasporti collettivi cominciò a scaldare i motori: alle Europee del 1999 anche Walter Veltroni parte in autobus (e lo stesso farà nel 2008 per le Politiche); Prodi si vede costretto, sempre in quell’anno ma alle Europee, ad alzare il tiro: prende il treno. Berlusconi alle Regionali del 2000 vuole vincere facile: se lo può permettere e vara una nave (Azzurra, la nave della libertà). Treno per Francesco Rutelli alle Politiche del 2001. Nel 2005 Alfonso Pecoraro Scanio si fa fotografare al timone di una barca. Nel 2006 il ritorno di Prodi alle Politiche con una corriera tinta di giallo, che sarebbe stata perfetta per Angela Lansbury quando nei panni di Jessica Fletcher si sposta a Cabot Cove a risolvere casi che fanno brancolare nel buio la polizia.

Il bus elettorale di Moratti: una moda che (purtroppo) continua
Il bus di Veltroni per le Politiche 2008 (Getty Images).

Renzi, l’alternativo, scelse il camper

Il bus continua a vincere, agli spin doctor continua a sembrare il mezzo più democratico e lo consigliano di nuovo, caldamente, a Veltroni alle Politiche del 2008. Lui ci fa scrivere sopra lo slogan “L’Italia Viva”, mettendo una pulce nell’orecchio al giovane Renzi. Matteo vuole fare l’alternativo e parte per la sua campagna elettorale alle primarie del 2013 in camper. Poi è tutta in discesa: Guido Bertolaso alle Comunali di Roma del 2016 si sposta in tram portandosi dietro un trolley, Alfio Marchini prende la metro, Roberto Giachetti la Vespa, Virginia Raggi la bici. Intanto due fresconi con la “Di” davanti al cognome macinano chilometri in scooter per convincere i fan di Beppe Grillo che un comico al potere avrebbe finalmente vendicato gli italiani ignoranti, mentre l’Elevato traversava a nuoto lo stretto di Messina.

Il bus elettorale di Moratti: una moda che (purtroppo) continua
Enrico Letta e il pullmino elettrico (da Instagram).

Letta e il bus elettrico resuscita la politica della mobilità

Il bus elettrico di Enrico Letta e la Mini Minor di Giorgia Meloni sono gli ultimi tentativi senza storia di resuscitare questa politica della mobilità, che sembrava al tramonto. Gli elettori attoniti, ripensando a Mario Draghi, guardano le campagne elettorali dei Paesi evoluti, la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, dove i politici cercano di comunicare quel decoro e perfino quella distanza che i cittadini si aspettano quando si rivolgono a uno specialista. In Italia Matteo Salvini ha intanto inaugurato l’era del politico amicone su TikTok e deve essere quel tarlo che spinge ora Letizia Moratti a farsi riprendere mentre balla spettinata e vestita di rosso, oppure mentre fa una torta per diabetici, nei brevi intervalli in cui l’autobus che fino al 10 febbraio la porterà in giro per la Lombardia fa il pieno di diesel.

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