Regionali Lazio, perché la ricucitura tra M5s e Pd è quasi impossibile

Stefano Iannaccone
04/01/2023

A pochi giorni dalla definizione delle liste, Fabrizio Barca tira le orecchie a Pd e M5s perché si accordino per non consegnare il Lazio alla destra. Appello raccolto e rilanciato da un gruppo di intellettuali, compreso il Nobel Parisi. Qualche pontiere si è mosso per sondare i margini della ricucitura sul modello lombardo, ma il tempo stringe. E la missione pare impossibile.

Regionali Lazio, perché la ricucitura tra M5s e Pd è quasi impossibile

Intellettuali uniti per il Lazio. Dallo scrittore Christian Raimo allo storico dell’arte Tomaso Montanari, fino al Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, il sogno recondito è quello di non consegnare, senza nemmeno una vera battaglia elettorale, la Regione alla destra. Insomma un modo per provare a contendere la vittoria dopo i due mandati di Nicola Zingaretti, che alle elezioni dello scorso settembre è stato eletto deputato.

La Lombardia dove Majorino conta sull’appoggio del M5s è lontana

A poco più di un mese dal voto è arrivato l’ultimo appello, più arrabbiato che disperato, al centrosinistra capitanato da Alessio D’Amato, e al Movimento 5 stelle che ha puntato sul volto televisivo di Donatella Bianchi. Un parziale effetto, secondo quanto risulta a Tag43, si è registrato: alcuni pontieri si sono messi in moto per comprendere eventuali margini di ricucitura. Qualche contatto c’è stato, insomma, facendo leva su quanto avvenuto in Lombardia. Per il Pirellone è maturato un compromesso che ha portato Giuseppe Conte a dare il via libera alla coalizione con i dem convergendo sulla candidatura di Pierfrancesco Majorino. Solo che la reazione è stata fredda, per usare un eufemismo: da entrambe le parti si è consolidata la consapevolezza di essere ormai fuori tempo massimo. Da un lato l’assessore laziale alla Sanità in carica dovrebbe decidere di rompere con il Terzo polo di Carlo Calenda che gli ha garantito il supporto fin dal primo momento. Mentre sull’altro fronte i pentastellati dovrebbero fare dietrofront rispetto alla posizione assunta ormai da settimane. Il tutto mentre il tempo corre: nelle prossime ore infatti si definiranno le liste dei candidati al consiglio regionale.

Copasir e Vigilanza Rai, le partite intrecciate di M5s e Pd (con incognita Terzo polo)
Giuseppe Conte (da Fb).

Lo strappo di Cacciatore di Europa Verde che ha scaricato D’Amato per Bianchi

Quella della reunion sul gong appare perciò una missione sostanzialmente impossibile. La spaccatura ha peraltro generato numerose altre faglie. L’ultima, in ordine cronologico, è la decisione del consigliere regionale di Europa Verde, Marco Cacciatore. Dopo una riflessione è andato contro la linea del suo partito, mollando il centrosinistra e optando per la candidatura a sostegno di Bianchi. E già in precedenza c’era stato l’allontanamento di Sinistra italiana dai Verdi, a differenza di quanto sta avvenendo sul piano nazionale e in Parlamento dove sono stati costituiti gruppi comuni. Il partito di Nicola Fratoianni ha scelto l’alleanza con i 5 stelle.

Regionali Lazio, perché la ricucitura tra M5s e Pd è quasi impossibile
Fabrizio Barca.

Fabrizio Barca tira le orecchie a Pd e M5s: «Siete grotteschi»

Di fronte a questo scenario, nessuno nega – a microfoni spenti – che la divisione stia spianando la strada a Francesco Rocca, scelto dal centrodestra come candidato alla presidenza. L’ex numero uno della Croce rossa sta portando avanti una campagna elettorale sugli allori. I sondaggi lo indicano come vincitore pressoché sicuro, dato il quadro attuale di alleanza. Secondo un recente rilevazione Izi per La Repubblica, il candidato del centrodestra raccoglie il 42,6 per cento delle preferenze, dietro D’Amato con il 34,8 per centi, mentre Bianchi si attesta sul 18,3 per cento. Certo, un’intesa last minute tra Pd e M5s potrebbe rimescolare le carte. A rompere gli indugi è stato Fabrizio Barca, attuale coordinatore del Forum disuguaglianze e diversità, con un tweet di pochi giorni fa: «Pd e M5s nel Lazio siete grotteschi. Chiudetevi in una stanza. Datevele di santa ragione. Trovate un punto di caduta», ha scritto l’ex ministro, proseguendo il ragionamento: «Accordatevi su 5 obiettivi. Concordate una bella Giunta. E uno o una dei candidati si ritiri e faccia n.2 dell’altra o altro. Non diteci che è impossibile». Concetto ribadito in un’intervista sul Domani.

L’appello ai cittadini del Lazio per cercare una ciambella di salvataggio

Un affondo perentorio. Da lì a poche ore ecco che è partito l’appello per cercare la ciambella di salvataggio. «La sinistra, i progressisti e gli ambientalisti hanno rinunciato a governare il Lazio», è la base del manifesto a cui possono aderire i cittadini della regione, inviando una mail o utilizzando l’apposito form. Secondo gli estensori del documento la scelta di presentarsi divisi è «incomprensibile» e «rende sostanzialmente inutile la competizione elettorale del 12 febbraio nella Regione Lazio». Per questo, in «qualche caso chi ha preso questa decisione si prepara persino a festeggiare cinicamente la propria sconfitta». Parole che suonano come una velata minaccia di disertare le urne, danneggiando sia l’alleanza di centrosinistra che il Movimento 5 stelle. Così nessuno può gongolare per aver fatto meno peggio dell’altro. Ma soprattutto è il preludio a quel che avverrà nei prossimi mesi: la società civile in pressing sulle forze politiche per superare le divisioni che fanno brindare la destra.