Regeni, nuova udienza: anche Insinna al sit-in davanti al tribunale
Il presentatore a fianco dei genitori del ricercatore ucciso in Egitto nel 2016: «Perché sono qui? La domanda è da porre al contrario. Perché non esserci?».
Nuova udienza preliminare nel processo sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Presenti i genitori, il padre Claudio Regeni e la madre Paola Deffendi, accompagnati dall’avvocato Alessandra Ballerini, che hanno mostrato lo striscione giallo con scritto “Verità per Giulio Regeni”. Ha partecipato al sit-in di Piazzale Clodio, davanti al tribunale romano, anche il presentatore televisivo Flavio Insinna, che ha voluto portare la propria vicinanza e solidarietà alla famiglia.

Sit-in per Regeni, le parole di Insinna
«Perché sono qui? La domanda è da porre al contrario. Perché non esserci?», ha detto Insinna interpellato dai cronisti in Piazzale Clodio. «Bisogna esserci. Come ha detto la mamma di Giulio su quel viso ha visto tutto il dolore del mondo, non dobbiamo darci pace fino a quando non si arriverà alla verità». Insinna ha poi aggiunto: «Lo dobbiamo alla famiglia, alla parte buona di questo Paese. Voglio vivere in un Paese, come dice il Papa, che ritrovi un senso di fraternità, dove il tuo dolore diventa il mio. Questa famiglia sta facendo un’opera straordinaria con una compostezza unica al mondo». L’attore e presentatore ha detto di essersi sentito legato fin dall’inizio alla brutta vicenda che ha visto come vittima Giulio Regeni: «Non si può fare tutto in nome dei rapporti, del petrolio. C’è una persona che è stata torturato in maniera indicibile. Mi interessa che ci sia la volontà politica di andare avanti, spero che l’alta politica faccia il bene delle persone che amministra. A questa famiglia l’alta politica deve dare la verità».

Presente a Piazzale Clodio anche Beppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana, il sindacato unico e unitario dei giornalisti: «Siamo qui per dire che non smetteremo mai di reclamare verità e giustizia. Chiederemo che ci sia un’interruzione dei rapporti con l’Egitto qualora dovesse perseguire una politica di omissione e di cancellazione delle prove».