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Battaglia di canne

In una settimana il referendum sulla cannabis ha già raccolto le 500 mila firme necessarie, tutte online. Gli organizzatori intendono proseguire con le sottoscrizioni, i documenti andranno consegnati in Cassazione entro il 30 settembre.

18 Settembre 2021 11:1918 Settembre 2021 15:23 Redazione
Il referendum sulla cannabis ha già raggiunto le 500 mila firme a una settimana dal suo lancio. È la quota necessaria per poter votare.

Il Referendum sulla Cannabis, a una settimana precisa dal lancio, ha raggiunto quota 500 mila firme, la cifra limite che permetterà al quesito di andare al voto nella primavera del 2022. Il referendum è promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani. Gli organizzatori invitano però ad andare avanti con almeno un altro 15 per cento di firme in più per sicurezza.

Sembrava impossibile, non abbiamo parole per ringraziarvi ❤️

Continuate a firmare su https://t.co/nubnyLFeLj, continuate a coinvolgere parenti, amici e conoscenti.

Cannabis legale, ora ne parliamo.#ReferendumCannabis pic.twitter.com/K3d0WoFzeV

— Possibile (@PossibileIt) September 18, 2021

Referendum Cannabis, l’importanza delle firme digitali

Questo referendum è la prima raccolta firme italiana tenutasi interamente online sul sito referendumcannabis.it. Anche il referendum sull’eutanasia legale, che procede in parallelo, ha avuto un impulso fortissimo grazie alle sottoscrizioni online. Si tratta di «un risultato straordinario ma non sorprendente: da tempo occorreva un intervento sul tema della cannabis e con la firma digitale in pochi giorni il tema è esploso», sottolineano gli organizzatori. «La velocità della mobilitazione conferma la voglia di cambiamento sulla cannabis ma anche di partecipazione alle decisioni su questioni che toccano personalmente. Adesso però occorre raccogliere un ulteriore 15 per cento in più di firme per essere certi di poter consegnare il referendum in Cassazione il 30 settembre».

Referendum cannabis, grande afflusso sul portale online

Il grande afflusso di richieste sul portale ha a volte rallentato la raccolta, il Comitato si scusa dei problemi eventualmente incontrato e invita a tentare nuovamente la firma. In una settimana – prosegue la nota – sono stati raccolti 145 mila euro dei circa 500 mila necessari (ogni firma digitale ha infatti il costo di 1,05 euro). Il Comitato ringrazia l’Associazione Luca Coscioni per il sostegno e lancia un nuovo appello anche a piccole donazioni che, insieme alle firme, si raccolgono sul sito www.referendumcannabis.it Grazie anche ala sponsorizzazione e contributo di Just Mary e Crystal weed si è riuscirti a sostenere parte dei costi ma la sostenibilità resta da guadagnare.

Referendum cannabis, Della Vedova: «Risultato straordinario, dispiace che Letta liquidi l’iniziativa»

Su Twitter il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, ha commentato il traguardo raggiunto: «Le 500mila firme per il #ReferendumCannabis sono un risultato straordinario. USA e Canada dimostrano che legalizzare si può. Firmate per avere più salute, controlli, giustizia, meno carcere e più soldi per lo stato». Anche Emma Bonino ha affidato ai social la sua soddisfazione: «L’incredibile partecipazione dei giovani alla mobilitazione straordinaria sul #ReferendumCannabis dimostra che quando gli si dà voce sono pronti ad attivarsi. Abbiamo raggiunto le 500 mila firme. Ci siamo ma non basta».

L'incredibile partecipazione dei giovani alla mobilitazione straordinaria sul #ReferendumCannabis dimostra che quando gli si dà voce sono pronti ad attivarsi.
Abbiamo raggiunto le 500 mila firme. Ci siamo ma non basta. Continuate a firmare su https://t.co/hoz5ss3iP6 pic.twitter.com/bKGkZosDGc

— Emma Bonino (@emmabonino) September 18, 2021

Della Vedova ha però voluto mandare un messaggio anche al segretario del Partito democratico Enrico Letta, che in un’intervista al Corriere della Sera non si è esposto su un eventuale sostegno dem all’iniziativa («Rifletteremo nelle prossime settimane su quale atteggiamento tenere. Un grande partito discute, non prende posizioni in 24 ore, non reagisce con un tweet»). «Sono dispiaciuto che liquidi così questa iniziativa», ha detto Della Vedova. «È una iniziativa di grande successo, e forse meriterebbe un giudizio più approfondito. E sono sorpreso che Letta dica che un grande partito come il Pd su questi temi ha bisogno di tempo per riflettere. Di legalizzazione della cannabis si discute da decenni, è tutto chiarissimo e bisogna dire solo sì o no».

Referendum Cannabis, chi si oppone

Il tema della legalizzazione della cannabis è particolarmente osteggiato dai partiti di destra. A partire da Forza Italia di Silvio Berlusconi, che l’8 settembre ha rilasciato una nota abbastanza inequivocabile: «Forza Italia ha votato contro il cosiddetto ‘testo base cannabis’. Il testo dà la possibilità di coltivarla a casa propria e quindi di fatto ne liberalizza l’uso. Questo non ha nulla a che fare con l’uso terapeutico della cannabis, ma apre la strada alla sua legalizzazione. Forza Italia è da sempre contro la legalizzazione di qualsiasi tipo di droga, come l’azione dei governi Berlusconi ha testimoniato». E questo nonostante Elio Vito, ex ministro con il Cav, sia un grande sostenitore del referendum e della legalizzazione.

Proprio Vito era stato protagonista di un piccolo botta e risposta con il sottosegretario alla Giustizia (del suo partito) Francesco Paolo Sisto. Se il “dissidente” aveva dichiarato che la Rai avrebbe dovuto dare spazio al referendum, l’altro si era detto fermamente contrario: «Ritengo che uno Stato non possa sponsorizzare sostanze che, in base alle unanimi risultanze di studi scientifici, possono provocare danni irreparabili alla salute, soprattutto per i più giovani».

Un altro esponente importante di Forza Italia, Antonio Tajani, si era opposto in maniera abbastanza radicale nel 2019: «Tutti coloro che fanno uso di cocaina, di eroina, di acidi… hanno cominciato facendosi una canna. È ovvio che non tutti quelli che si fanno una canna poi fanno uso di altre sostanze, ma è molto pericoloso iniziare questo percorso, perché la cannabis fa male alla salute». Una posizione confermata anche con un tweet di qualche giorno fa.

Tutti coloro che fanno uso di droghe pesanti hanno iniziato facendosi una canna. #cannabis pic.twitter.com/gpZWEOIqoc

— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) September 9, 2021

Prese di posizioni in senso contrario anche da parte degli altri partiti di destra: «La droga è droga. È morte, non firmerò il referendum sulla legalizzazione della cannabis», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Milano. Elisabetta Gardini di Fratelli d’Italia era andata anche oltre: «La coltivazione delle piante di cannabis è pericolosa. Non ha senso fare distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti: tutte distruggono neuroni e ciò predispone, dopo i 50 anni di età, ad avere malattie neuro-degenerative».

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