Reddito di cittadinanza, Tridico: il 64 per cento viene percepito al Sud

Redazione
20/10/2021

Il presidente dell’Inps ha spiegato alla Camera le principali evidenza del rapporto che fotografa il lavoro e i percettori dei sussidi

Reddito di cittadinanza, Tridico: il 64 per cento viene percepito al Sud

Nel 2020 a causa della pandemia ha perso di più chi aveva già bassi livelli di imponibile. Lo ha sottolineato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nel corso di un’audizione nella commissione Lavoro della Camera. Nel caso dei professionisti non ordinistici la perdita percentuale fra quanto dichiarato nel 2020 e 2019, senza considerare le indennità, è più marcata per i bassi livelli di reddito del 2019 (anche intorno al 25-30 per cento); si riduce notevolmente per alti livelli di imponibile (intorno al 15-20 per cento).

Reddito di cittadinanza: il 64% dei percettori è al Sud

Nel 2020 il 64 per cento dei percettori del reddito e pensione di cittadinanza risiede al Sud, mentre il 29 per cento è sotto i 20 anni, ha sottolineato il presidente dell’Inps, nel corso dell’audizione nella commissione Lavoro della Camera. Il 52 per cento sono donne contro il 48 per cento di maschi. Rispondendo a domande di alcuni parlamentari, Tridico ha poi puntualizzato che, sebbene il 64 per cento dei percettori risieda al Sud, «non c’è un fenomeno di abuso rispetto ai dati del Nord».

Reddito di cittadinanza: chi lo percepisce e quanto lavora

Molti percettori, ha proseguito Tridico, sono al di fuori della forza lavoro: 26 per cento di minori, 14 per cento di anziani e il 17 per cento dei nuclei ha almeno un disabile. Solo il 33 per cento dei beneficiari tra 18-64 anni ha storie contributive negli anni 2018-2019. Tra questi, il 72 per cento è lavoratore dipendente (spesso low-skilled a tempo determinato e con Naspi o Cig). La quota restante è composta da agricoli, domestici o autonomi. Nel XIX rapporto Inps è emerso che i percettori del reddito di cittadinanza lavorano in media 9 settimane in meno (anni 2014-2018) di coloro che si sono visti respinta la domanda. E, rispetto alla controparte media (lavoratori anagraficamente simili: stesso sistema del lavoro, stessa età, stesso sesso), i percettori del reddito lavorano 34 settimane in meno.

Tridico: grazie allo smart working si è tenuta alta la produttività

Grazie allo smart working il Paese è riuscito a tenere alta la produttività durante la fase pandemica ha affermato Tridico. I Dpcm del 22 marzo e del 26 aprile, che hanno definito la lista dei settori obbligati a fermarsi, hanno coinvolto il 49,9 per cento dei rapporti di lavoro, senza considerare le possibilità di smart working e di deroga; il 57 per cento delle imprese e il 48,5 per cento dei lavoratori. Il blocco delle attività economiche ha prevalentemente coinvolto lavoratori che si caratterizzavano già precedentemente per una situazione di fragilità nel mercato del lavoro.