Continua il dibattito sul reddito di cittadinanza. Giorgia Meloni presente al Forum Ambrosetti di Cernobbio ha definito in maniera tranchant la misura «metadone di Stato». Secca la replica del ministro del Lavoro Andrea Orlando. «Non rispondo perché chi usa queste metafore probabilmente non si rende conto di che cosa è la povertà», ha detto il dem. Secondo la leader di Fratelli d’Italia il reddito di cittadinanza «è esattamente lo stesso principio del mantenimento a metadone di un tossicodipendente». In altre parole, è il ragionamento: «Ti mantengo nella tua condizione, non voglio migliorarla, voglio mantenerla. Non penso che questo sia un provvedimento di sviluppo, in particolare non per il Mezzogiorno. Non è mantenendo le persone nella loro condizione di difficoltà che si risolve il loro problema, ma costruendo intorno a loro una possibilità in cui possano migliorare». Per Orlando invece, sebbene siano necessarie modifiche, eliminare l’aiuto sarebbe «un passo indietro per l’Italia», che tornerebbe ad essere «tra i pochi Paesi che non ha uno strumento di contrasto alla povertà».
Reddito di cittadinanza: favorevoli il leader M5s Giuseppe Conte e il segretario Pd Enrico Letta
Favorevoli al Reddito di cittadinanza, ovviamente, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte e il segretario del Partito democratico Enrico Letta. «C’è chi propone l’abolizione del reddito di cittadinanza. Una polemica sterile: è una misura di necessità, non possiamo tornare indietro», ha sottolineato Conte sempre da Cernobbio. «Ragioniamo per migliorarne ancora più l’efficacia». Sulla stessa linea Enrico Letta: «La nostra posizione è quella del presidente Draghi, siamo a favore che si modifichi o si migliori, si parta dalle cose che non hanno funzionato e si mantenga però un intervento a favore della povertà che esiste nel nostro Paese», ha dichiarato il segretario dem. «Il reddito di cittadinanza è stato spesso pensato come un intervento a favore dell’occupazione, ma è un intervento di contrasto alla povertà. Sul tema dell’occupazione bisogna riformare l’apprendistato e detassare le nuove assunzioni, questi sono gli strumenti che servono».