Le richieste di accesso al reddito di cittadinanza crollano. L’Inps ha reso noto i dati del primo bimestre del 2023 e i numeri parlano chiaro. Le domande presentate per reddito e pensione di cittadinanza sono state 90.287 contro le 261.378 dello stesso periodo, un anno fa. La diminuzione è incredibile e si assesta sul 65,23 per cento. Il calo è soprattutto arrivato a febbraio, perché a gennaio sono state presentate ben 88.184 domande delle oltre 90 mila complessive. E i percettori scendono: durante lo scorso mese sono stati 1.001.743 contro i 1.169.203 di gennaio e soprattutto i 1.213.789 del febbraio 2022. Il calo è rispettivamente del 14,37 per cento e del 17,48 per cento.
Online l’#Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza con i dati di febbraio 2023 relativi ai nuclei percettori di #RdC e #PdC.
I dati: https://t.co/qN3CQGwHYG#InpsComunica #InpsDati pic.twitter.com/mJWwgRYR4v— INPS (@INPS_it) March 29, 2023
RdC, calano le domande: ecco perché
La spiegazione, secondo Il Sole 24 Ore, sta nella tempistica specifica del bimestre. Entro gennaio, infatti, bisogna presentare la Dsu, la Dichiarazione sostitutiva unica, con cui ottenere o mantenere il beneficio. Come accaduto già nel 2022, potrebbe essere un fattore di ritardi nella presentazione della domanda ad aver fatto abbassare drasticamente i numeri. Ma c’è anche un secondo fattore. Il reddito di cittadinanza è stato introdotto nel 2019 e un calo progressivo del numero di richieste potrebbe essere praticamente fisiologico, con i richiedenti ad aver già presentato la domanda negli anni scorsi. E la spesa mensile per l’Inps diminuisce, passando da 657,8 milioni a 576,3 in appena un mese.

Tra gennaio e febbraio 100 mila posti di lavoro creati
Inoltre, il reddito di cittadinanza verrà eliminato a fine anno e sarà sostituito da un nuovo strumento, che punta a far ridurre durata e richieste. Intanto, il calo delle domande coincide anche con una ripresa del mercato del lavoro. Banca d’Italia, ministero del Lavoro e Anpal spiegano che tra gennaio e febbraio sono stati creati oltre 100 mila posti di lavoro, al netto di licenziamenti e cessazioni. E anche Istat fotografa la situazione: a gennaio c’erano stati 35 mila occupati in più del dicembre 2022 e 459 mila in più del gennaio 2022.
