Tra le tante misure contenute nella manovra economica che il governo sta limando in queste ore spicca l’introduzione del reddito alimentare. Grazie ad un emendamento del Partito Democratico, sono stati stanziati 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024 per distribuire pacchi realizzati con prodotti invenduti della grande distribuzione.
Reddito alimentare: cos’è e a chi spetta
Firmato dal deputato Marco Furfaro, si tratta di un’iniziativa volta ad aiutare chi è in povertà assoluta e, allo stesso tempo, evitare che 230 mila tonnellate di cibo invenduto vadano ogni anno buttate. «Da adesso quel cibo non finirà più nell’immondizia ma verrà redistribuito a tutte quelle persone che ne hanno bisogno», ha spiegato il parlamentare citando i 3 milioni di italiani che si avvalgono delle mense o dei pacchi alimentari perché non possono permettersi di fare la spesa.

Il progetto partirà dapprima nelle città metropolitane per poi diventare strutturale solo in un secondo momento. Il governo ha tempo 60 giorni per definire le modalità attuative, la platea e il coinvolgimento del terzo settore, ma sono già trapelate le prime informazioni sul funzionamento del sussidio. I cittadini che ne hanno bisogno dovranno prenotare il proprio reddito alimentare mediante un’applicazione e ritirarlo presso uno dei centri di distribuzione (oppure riceverlo direttamente a casa nel caso di categorie fragili come anziani o persone non autosufficienti). Si tratterà di un pacco contenente cibo e bevande recuperati dalla merce invenduta dei grandi magazzini.

Il commento di Marco Furfaro
«Se la politica e la sinistra hanno un senso è proprio questo: cercare ogni giorno di lottare, lavorare e impegnarsi per migliorare anche solo di un millimetro la vita delle persone più fragili.Grazie a tutte e a tutti per il sostegno di questi giorni. E grazie a Leonardo Cecchi, che da anni lavora e si impegna per rendere realtà un’iniziativa bella, giusta e di buon senso», ha commentato Furfaro.