Novità importante per i redditi online. A partire da quest’anno, i guadagni superiori a 2 mila euro di ogni venditore saranno tracciati e finiranno in mano all’Agenzia delle Entrate. Arriva infatti oggi in consiglio dei ministri, seppur in ritardo, il decreto legislativo che recepisce la direttiva Dac 7 dell’Unione europea, che ha l’obiettivo di estendere l’obbligo di comunicazione dei dati fiscali anche alle transizioni di beni e servizi sul web. Coinvolti gli utenti di tutte le principali piattaforme digitali, dai social TikTok e Onlyfans ad app come Vinted o Ebay. Ecco cosa cambia e quali dati occorrerà fornire.
Redditi online, cosa cambia con il tracciamento degli importi superiori a 2 mila euro
La Dac 7 obbliga tutte le piattaforme online dell’Unione europea a comunicare i guadagni degli utenti sul portale alle autorità fiscali del proprio Paese. In seguito, queste ultime dovranno condividere le informazioni con la nazione in cui risiede il venditore. Facendo un esempio pratico, se un utente vende 30 o più oggetti su Vinted, società con sede legale in Lituania, la piattaforma si interfaccerà prima con l’autorità fiscale del proprio Paese. Solo in seguito la nostra Agenzia delle Entrate riceverà i dati relativi ai venditori italiani. Le nuove norme escludono solamente coloro che hanno generato meno di 2 mila euro di guadagni oppure hanno facilitato meno di 30 attività. L’esempio vale per tutte le principali piattaforme online, tra cui Ebay, Amazon, Airbnb e i social network, da Onlyfans a TikTok.

Quali sono le attività pertinenti di cui parla la normativa? In particolare si parla di locazione di beni immobili sia residenziali sia commerciali, noleggio dei mezzi di trasporto, servizi personali e vendita dei propri beni. Quanto alle tempistiche, la prima comunicazione dovrà avvenire entro il 31 gennaio 2024, quando bisognerà fornire i redditi dell’anno corrente. Nonostante il decreto non sia ancora in vigore, infatti, la direttiva si intende già applicata dal 31 dicembre 2022. L’Italia infatti era già stata messa in mora dalla Commissione europea il 27 gennaio scorso proprio per non aver rispettato il termine ultimo di recepimento della direttiva. Il nuovo meccanismo dovrebbe generare, stando alle prime stime, un gettito fiscale di circa 30 miliardi di euro in tutta l’Unione.
I dati personali da condividere e le azioni in caso di inadempimento
Per facilitare le comunicazioni delle piattaforme online con le agenzie fiscali, ogni venditore dovrà impegnarsi a fornire diversi dati. Per le persone fisiche si tratta, oltre a nome, cognome e data di nascita, anche dell’indirizzo di residenza, dell’eventuale Nif o del codice fiscale e del numero di Partita Iva, qualora disponibile. Qualora si tratti di persone giuridiche bisognerà comunicare, oltre all’eventuale Nif e alla P.Iva, anche la ragione sociale, l’indirizzo principale, la presenza di una stabile organizzazione e i singoli Stati membri dell’Ue in cui quest’ultima è attiva. In caso di inadempimento, le piattaforme online avranno due solleciti e 60 giorni di tempo prima di dover tagliare fuori l’utente e chiuderne il profilo. Come alternativa il servizio digitale potrà trattenere il compenso dovuto all’utente.