Zaino, libri e videogioco
Red Dead Redemption 2, ambientato in Usa nel 1899, avrebbe consentito a molti utenti di riconoscere le specie animali e comprenderne il comportamento in natura. Da Assassin’s Creed a Gran Turismo, gli esempi di apprendimento attraverso il gaming.
Imparare a conoscere il mondo tramite i videogame. Da anni, grazie al grande livello di realismo e dettagli raggiunto dall’industria videoludica, i titoli per Playstation e Xbox sono diventati repliche fedeli della realtà. La saga Assassin’s Creed, ambientata in epoche diverse della storia, in questo senso ne è un esempio lampante. Il gioco, infatti, è stato in grado di trasmettere ai giovanissimi la portata di determinati eventi meglio di un libro. Basti pensare che nel capitolo Origins, i produttori hanno inserito la modalità Tour alla scoperta, con cui gli user possono tuffarsi nell’antico Egitto, apprendendo informazioni sui monumenti più importanti e le abitudini dei faraoni. Ancora meglio, però, secondo uno studio della Bbc, avrebbe fatto Red Dead Redemption 2.
Red Dead Redemption 2, gamer immersi tra foreste e animali
Il titolo prodotto da Rockstar Games (lo stesso della saga Gta), uscito nel 2018, è ambientato nel 1899 e trasferisce virtualmente i gamer negli stati meridionali e occidentali degli Stati Uniti d’America, tra aree verdi e foreste popolate da cervi, lepri, tartarughe, storioni, per un totale di circa 200 specie differenti. Da qui i risultati dello studio, condotto dall’Università di Exeter e del Penwith College, nel Regno Unito, che ha notato come i giocatori abbiano imparato a riconoscere la variegata fauna e il comportamento degli animali in natura.
Gli esperti hanno coinvolto circa 500 giocatori, sfidandoli in un quiz. Hanno chiesto loro di identificare le specie animali ritratte in alcune fotografie, scoprendo che, in media, i gamer sono stati in grado di indovinare dieci animali su 15, tre in più rispetto a coloro che non avevano mai giocato a Red Dead Redemption 2. «Stare al chiuso, con un computer, è considerato l’opposto di interagire con la natura», ha dichiarato alla Bbc Ned Crowley del Penwith College. «I nostri risultati però mostrano che i giochi possono insegnare molto alle persone sul mondo esterno».
Videogame e cultura, un rapporto sempre più stretto
La ricerca è solo l’ultima testimonianza di un processo in corso da diversi anni, caratterizzato da una sempre più intensa commistione tra l’industria videoludica e il mondo della cultura, che ha dato vita a un canale alternativo di apprendimento. A trarne beneficio anche le attività pratiche. Molti giocatori, infatti, hanno affermato negli anni di aver imparato a guidare le auto grazie a giochi come Gran Turismo. Altri sarebbero diventanti piloti in seguito a videogame in cui si simulava un volo. Persino il servizio militare britannico della Royal Air Force, nel 2019, aveva annunciato di voler puntare su persone abituate a misurarsi con giochi di strategia e tattica, poiché capaci di assimilare meglio le informazioni e restare calmi se messi sotto pressione.