Il reato di tortura non sarà abrogato. Dopo le polemiche di 5 giorni fa, con la proposta presentata da Fratelli d’Italia e le aspre critiche mosse dall’opposizione, a intervenire sul tema è il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il Guardasigilli è intervenuto durante il question time dopo l’interrogazione presentata proprio dai partiti di minoranza, spiegando che si tratta di «un reato odioso» e rassicurando sulle mosse del governo: «Abbiamo tutte le intenzioni di mantenerlo». C’è, però, da intervenire sulla struttura stessa del reato, che per Nordio «ha delle carenze tecniche».

Nordio spiega le carenze
Sul reato di tortura Carlo Nordio spiega: «A gennaio dissi che vi erano delle carenze tecniche e che mi sarei riservato di chiarirle. Il primo riguarda l’atteggiamento soggettivo del reato, in quanto la convenzione di New York circoscrive le condotte costituenti tortura a quelle caratterizzate da dolo specifico attuate per raggiungere le finalità di ottenere informazioni o confessioni, punire intimidire o discriminare. Il nostro legislatore invece optando per una figura criminosa contrassegnata dal dolo generico ha eliminato quello che è il tratto distintivo della tortura rispetto agli altri maltrattamenti, con il rischio di vedere applicata la disposizioni nei casi di sofferenze provocate durante operazioni lecite di ordine pubblico e polizia».
Il ministro: «Inopportuna la fusione di due illeciti»
Nordio poi prosegue: «Ulteriore rilievo critico è rappresentato dalla inopportuna fusione in un unica fattispecie del reato delle figure criminose di tortura e di trattamenti inumani e degradanti. Ricondurre due illeciti aventi una offensività diversa allo stesso trattamento sanzionatorio appare una scelta non ragionevole e non imposta dai vincoli internazionali».
La proposta di abrogazione presentata da Imma Vietri
Il 24 marzo scorso, il reato di tortura ha conquistato le pagine dei giornali dopo la proposta di abrogazione presentata da Imma Vietri, deputata di Fratelli d’Italia, assegnata alla Commissione Giustizia di Montecitorio. Nella relazione al testo della proposta di legge firmata da Imma Vietri si spiega qual è l’idea di base. «Per tutelare adeguatamente l’onorabilità e l’immagine delle Forze di polizia, che ogni giorno si adoperano per garantire la sicurezza pubblica rischiando la loro stessa vita, e per evitare le pericolose deviazioni che l’applicazione delle nuove ipotesi di reato potrebbe determinare», si prevede «l’introduzione di una nuova aggravante comune per dare attuazione agli obblighi internazionali discendenti dalla ratifica della CAT».
