Una nuova proposta di legge porta allo scontro i partiti al governo e quelli di opposizione. Dopo il caos per il ritiro del disegno di legge sulle detenuti madri, oggi è il giorno della proposta per l’abrogazione del reato di tortura, introdotto nel 2017, a presentarla è stata Fratelli d’Italia, a firma della deputata Imma Vietri. Oggi è stata assegnata alla Commissione Giustizia di Montecitorio, ma le opposizioni insorgono e promettono battaglia. Dal Pd al Terzo Polo, in tanti chiedono un intervento anche della premier Giorgia Meloni.
La proposta «per tutelare l’immagine delle forze di polizia»
Nella relazione al testo della proposta di legge firmata da Imma Vietri si spiega qual è l’idea di base. «Per tutelare adeguatamente l’onorabilità e l’immagine delle Forze di polizia, che ogni giorno si adoperano per garantire la sicurezza pubblica rischiando la loro stessa vita, e per evitare le pericolose deviazioni che l’applicazione delle nuove ipotesi di reato potrebbe determinare», si prevede «l’introduzione di una nuova aggravante comune per dare attuazione agli obblighi internazionali discendenti dalla ratifica della CAT». Si tratta della Convenzione contro la tortura, la cui ratifica andrebbe di pari passo alla «contestuale abrogazione delle fattispecie penali della tortura e dell’istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura».
Malpezzi: «Proposta agghiacciante». Bazoli: «Gravissimo»
Ma le opposizioni non ci stanno. Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd, scrive su Twitter: «È agghiacciante la proposta di Fdi di cancellare il reato di tortura. Meloni dica qualcosa: il suo governo e la sua forza politica vogliono attaccare una norma in difesa dei diritti umani?». Le fa eco il capogruppo dei dem in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli: «Gravissimo che alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia abbiano presentato una proposta di legge per abrogare il reato di tortura. Non ci siamo dimenticati di quando l’attuale presidente del Consiglio dichiarò che con quel reato si “impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro”. Il reato di tortura c’è in tutti gli ordinamenti democratici, è richiesto dalle convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani, siamo uno degli ultimi paesi occidentali che l’hanno introdotto. L’idea di abrogarlo rivela un’idea preoccupante e pericolosa dell’uso del potere e della forza da parte della destra. La difesa dello stato di diritto, e la difesa delle nostre forze dell’ordine, non può tollerare che lo si metta in discussione».
Scalfarotto: «Come definire il governo?»
Interviene anche il Terzo Polo. Il senatore di Azione-Italia Viva, Ivan Scalfarotto, chiede su Twitter: «Come definire un governo che introduce un nuovo reato con pene pesantissime per chi va a un rave party ed elimina invece il reato di tortura che punisce chi “agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia”?»
