Non un semplice studio di ricerca, ma «una guida alla sopravvivenza dell’umanità». Così Antonio Guterres, il segretario delle Nazioni Unite, ha definito il nuovo rapporto dell’Ipcc, branca dell’Onu che si occupa della crisi climatica. Scienziati da tutto il mondo, Ucraina e Russia comprese, hanno presentato a Interlaken, in Svizzera, il resoconto di cinque anni di analisi sul campo, unendo gli studi più autorevoli. Il documento sul clima più importante del decennio ha lanciato un chiaro messaggio: «La bomba sta ticchettando, bisogna agire prima che sia troppo tardi». Stando al report, mai negli ultimi 2 milioni di anni c’era stata tanta CO₂ nell’atmosfera: il 78 per cento delle emissioni arriva infatti dai settori industriale, energetico e trasporti, il restante 22 dall’agricoltura. Ne derivano eventi più frequenti e più estremi come alluvioni, siccità e ondate di calore. La Bbc ha analizzato i dati del rapporto Onu, estrapolandone cinque messaggi chiave.

Rapporto Onu sulla crisi climatica, i cinque punti chiave dello studio
Rispettare gli Accordi di Parigi sta diventando quasi impossibile
Subito una cattiva notizia. Il rapporto Onu ha confermato come sia ormai quasi impossibile impedire che la temperatura globale aumenti più di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Gli Accordi di Parigi del 2015 scricchiolano sempre più, tanto che già oggi il mondo è più caldo di 1,1 gradi. Il mancato rispetto può però avere conseguenze disastrose del Pianeta, cagionando problemi alla sopravvivenza animale, vegetale e umana. Lo scioglimento del permafrost, tra l’altro già in corso, rischia di liberare nell’aria ulteriori gas riscaldanti e virus dormienti. In aumento gli eventi estremi, con una polarizzazione del clima freddo e caldo. «È assai improbabile restare a lungo sotto 1,5 gradi», ha confermato alla Bbc il dottor Oliver Garden che ha partecipato allo studio. «Bisogna però quantomeno provare ad invertire la rotta».

Il ruolo del cittadino, dall’uso di auto alle diete vegetali
Altro tassello fondamentale del rapporto Onu è l’importanza del cittadino. Sebbene gran parte del successo passi dal lavoro dei governi, il singolo con la sua azione può determinare il futuro dell’umanità. «Potremmo ridurre le emissioni dal 40 al 70 per cento con semplici passaggi», ha assicurato alla Bbc Kaisa Kosonen di Greenpeace. Basterebbe prediligere diete vegetariane all’uso della carne, limitare gli spostamenti in automobile al minimo, muoversi a piedi o in bicicletta ed evitare i voli. Le autorità internazionali potrebbero in questo senso però incentivare la transizione, migliorando i trasporti nelle città e riformando il sistema industriale.
Il Net Zero nel 2050 è possibile grazie al rinnovabile più economico
Se gli Accordi di Parigi diventano un miraggio, diverso è il caso inerente il Net Zero. Eliminare del tutto le emissioni di combustibili fossili entro il 2050 è sempre più possibile grazie a una riduzione dei costi per il rinnovabile. In un mondo green infatti non c’è posto per carbone, petrolio e gas, sostanze inquinanti che ancora oggi soddisfano gran parte del fabbisogno globale. Negli ultimi mesi però l’energia solare ed eolica hanno registrato un sensibile calo dei costi, che sono scesi rispettivamente dell’85 e del 55 per cento. Crollati anche i prezzi delle batterie al litio. «Smettiamo di bruciare combustibili fossili», ha detto la dottoressa Friederike Otto, fra le autrici del rapporto. «Non ci manca la tecnologia, ma la volontà».
#IPCC #ClimateChange 2023: Synthesis Report "is a survival guide for humanity," says @UN SG @antonioguterres in the IPCC press conference today.
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— IPCC (@IPCC_CH) March 20, 2023
Serve un impegno costante della politica, a partire da Cop28
Come ha sottolineato la Bbc, oltre all’attendibilità dei dati il rapporto dell’Ipcc presenta un ulteriore livello di credibilità. Ogni ricerca è approvata, alla presenza degli scienziati, anche dai rappresentanti dei governi degli Stati membri dell’Onu. Per questo è essenziale che la politica faccia la sua parte, eliminando sempre più l’utilizzo dei combustibili fossili. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alla prossima Cop28 di Dubai, prevista dal 30 novembre al 12 dicembre. «Ciascun Paese deve essere parte della soluzione», ha infatti ribadito Guterres. «Chiedere agli altri di fare la prima mossa vuol dire mettere l’umanità in disparte».
Le nostre azioni avranno effetto per i prossimi millenni
«Ciò che facciamo in vita riecheggia nell’eternità». Il monito di Massimo Decimo Meridio, protagonista e simbolo del film Il Gladiatore, racchiude egregiamente il messaggio principale del rapporto Onu. Le nostre azioni quotidiane potrebbero presentare il conto anche secoli o persino millenni dopo la nostra dipartita. Qualora la temperatura dovesse aumentare di 2 o 3 gradi rispetto ai livelli preindustriali, le calotte glaciali di Groenlandia e Antartide occidentale sparirebbero «quasi completamente e irreversibilmente» nel prossimo futuro. Sebbene sia difficile rispettare gli Accordi di Parigi, è necessario impegnarsi per fare il possibile. «I nostri sistemi sociali ci ricordano l’urgenza di intervento», ha concluso alla Bbc la dottoressa Otto. «Possiamo ancora rendere il mondo un posto migliore per tutti».
