Dichiarazione fraudolenta mediante artifici: è questa l’accusa che la procura di Roma aveva lanciato a Raoul Bova lo scorso 24 ottobre in tribunale. Oggi, 6 dicembre, l’evasione cade in prescrizione, senza che i giudici possano accertare la verità sui fatti contestati.
Raul Bova, prescrizione sull’evasione da 417 mila euro
Bova, come tanti attori, aveva una società che curava la sua immagine. Secondo la procura, però, il trasferimento dei costi alla società avrebbe fruttato all’attore uno sconto indebito sull’Irpef. «Nella dichiarazione dei redditi sono stati indicati elementi attivi per un ammontare inferiore a quelli effettivi ed elementi passivi fittizi» si legge negli atti. I fatti contestati non sono quelli risalgono al periodo 2005-2010. In quel caso, in primo grado l’attore era stato condannato a un anno e sei mesi di carcere.

Oltre a questo processo, ce ne sarebbe un altro. I fatti contestati in questo caso si sarebbero svolti nel 2011. Nella dichiarazione dei redditi che doveva fare nel 2012 sul 2011, l’attore avrebbe rappresentato «il versamento di canoni per un milione di euro alla Sanmarco srl, società di cui Bova è socio all’80%». In questo modo, secondo chi lo accusa, Raul avrebbe potuto evitare di far sapere la propria situazione finanziaria al Fisco. La stessa procura avrebbe inserito come prova il fatto che l’attore non avrebbe mai ricevuto soldi dalla società che gli gestiva l’immagine.
Il commento da parte dell’attore
L’attore ha rilasciato dichiarazioni in merito a questa vicenda che lo vede direttamente coinvolto a Oggi tre settimane fa. ««Non c’è stata alcuna evasione e le notizie apparse di recente su alcuni giornali sono totalmente inesatte. Mi amareggia che la mia reputazione sia sporcata da questo attacco mediatico del tutto ingiustificato e senza alcuna verifica» aveva spiegato.

In ogni caso, il reato è stato prescritto, quindi non ci saranno conseguenze. Oltre a questo, il 51enne non potrà nemmeno dimostrare la sua innocenza, dato che con la prescrizione il procedimento si conclude.