Pechino 2022, perché si discute della rampa freeski di Big Air Shougang

Redazione
09/02/2022

L'impianto dove si svolgono le gare è stato realizzato vicino a un ex parco industriale con ciminiere e torri di raffreddamento. Il tentativo di recuperare l'area però ha sollevato polemiche sui social.

Pechino 2022, perché si discute della rampa freeski di Big Air Shougang

Le Olimpiadi Invernali di Pechino sono iniziate da poco meno di una settimana ma le polemiche non hanno tardato ad arrivare. Da qualche giorno, infatti, sui social si discute dell’insolita posizione del Big Air Shougang, una delle tante location utilizzate per le gare di sci, collocata al centro di un parco industriale riconvertito, lungo la riva del lago Qunming. Per tanti internauti, un accostamento azzardato e ai limiti della distopia.

Cosa si nasconde dietro la rampa del Big Air Shougang

Alle spalle degli sciatori che si lanciano dalle rampe alte oltre 60 metri non si stagliano montagne innevate ma i camini e le torri di raffreddamento di un’ex acciaieria nel distretto di Shijingshan. Fondato nel 1919 e chiuso più di 15 anni fa in vista dei giochi olimpici estivi del 2008, a oggi l’impianto industriale e la zona circostante sono stati rimessi a nuovo e trasformati in un hub turistico che, spesso, ospita mostre d’arte, concerti e festival musicali. Una riconversione ancora in corso a cui si è cercato di dare ulteriore spinta con la manifestazione olimpica. I resti obsoleti degli impianti industriali non sono mai stati demoliti. Anzi, si è cercato di integrarli nel paesaggio urbano. Come è accaduto anche nel caso delle Olimpiadi: su una delle torri che fanno capolino dietro al Big Air Shougang campeggiano, infatti, i cinque cerchi. 

La vera storia delle torri che fanno capolino dietro la Big Air Shougang
Un atleta durante una gara di freeski alla Big Air Shougang (Getty Images)

Le critiche dei social e l’ispirazione degli architetti

Diventata sfondo delle performance acrobatiche dei campioni di freeskiing maschile e femminile, l’ex acciaieria ha sollevato una serie di dubbi tra gli utenti di Twitter che, come riportato dalla Cnn, hanno iniziato a interrogarsi sulla sua reale identità, azzardando potesse trattarsi di una centrale nucleare e potenzialmente pericolosa per pubblico, atleti e ambiente. «L’arena di Big Air alle Olimpiadi è vicina alla centrale nucleare di Springfield», ha twittato un utente. O, ancora: «Sembra parecchio contraddittorio vedere un complesso industriale del genere come ambientazione di un evento sciistico». Al momento della progettazione della rampa, una delle poche nuove costruzioni realizzate ad hoc per l’evento sportivo e la prima sede permanente al mondo di competizioni di Big Air su sci e snowboard, gli architetti di TeamMinus, lo studio che si è occupato dei lavori, non hanno guardato più di tanto al background ma hanno cercato di catalizzare l’attenzione sull’ispirazione dietro al design della struttura in acciaio. Il riferimento, come si legge sul sito web, è agli apsaras alati della mitologia cinese, divinità presenti tanto nella cultura buddista quanto in quella induista.

La vera storia delle torri che fanno capolino dietro la Big Air Shougang
Una parte della rampa (Getty Images)

Olimpiadi di Pechino poco green?

L’impianto di Big Air Shougang non è il primo elemento che mette in dubbio l’attenzione dei Giochi alla questione ambientale. La neve artificiale utilizzata, infatti, impone lo spreco di grosse quantità di acqua ed elettricità. Così come il centro sciistico di Yanqing è stato costruito all’interno della Songshan National Nature Reserve, un parco creato nel 1985 per tutelare foreste, prati alpini e fauna a rischio d’estinzione. Contattato dai giornalisti per un chiarimento in merito, il comitato organizzativo dei Giochi non ha dato spiegazioni, mentre il CIO ha difeso la scelta, sostenendo che la decisione rientra nel piano di sviluppo della zona che, da sobborgo rurale, punta a diventare «una località turistica di spicco, in grado di alimentare e far crescere l’economia locale».