All’Itis Molinari di Milano la Rete Milano Antifascista, insieme ad alcuni rappresentanti di Adl Cobas e Usb, ha accolto con cori contro i fascisti e parole dure la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti. Quest’ultima si è recata nel milanese per partecipare alla cerimonia di commemorazione di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, ucciso nel 1975. «Vergogna lei e il preside», hanno urlato i manifestanti all’arrivo della sottosegretaria. Attimi di tensione, con la polizia costretta a formare un cordone davanti al cancello dell’istituto mentre in tanti chiedevano le dimissioni della sottosegretaria, difesa poi anche dal ministro Valditara.

Frassinetti: «Ramelli ucciso da antifascisti». I manifestanti: «Lui un picchiatore fascista»
Il botta e risposta tra la sottosegretaria e i manifestanti è arrivato durante la cerimonia. Frassinetti ha dichiarato che «Sergio Ramelli è stato ucciso da chi si diceva antifascista» e che dell’antifascismo «ci sono tante sfaccettature. A quell’epoca l’antifascismo militante era rovente, penso che adesso sia cambiato tutto e che sia importante parlare di libertà, partecipazione e democrazia. Chi è per questi valori qui non penso possa definirsi fascista». Dall’altra parte la Rete Milano Antifascista: «Ramelli viene ricordato tutti gli anni da orde barbariche che incutono timore. Noi Ramelli lo vogliamo ricordare per quello che era e senza censura: un picchiatore fascista». E su Frassinetti aggiungono che «viene a raccontare un’altra storia, la loro storia. Ramelli non era soltanto un ragazzo con il sorriso che andava con il Ciao come dicono».

Valditara: «Contestazioni violente inaccettabili»
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha difeso Paola Frassinetti: «Inaccettabili le violente contestazioni, a Frassinetti tutta la mia solidarietà e vicinanza. Mi auguro che tutte le forze politiche condannino gli insulti volgari espressi contro di lei, atteggiamenti che mirano a ricreare un clima da anni ’70 che vogliamo fermamente non torni mai più».
L’Anpi: «Ramelli non può essere pretesto per manifestazioni di apologia del fascismo»
E sulla vicenda è intervenuto anche Roberto Cenati, presidente provinciale di Anpi, precisando che l’associazione dei partigiani «non ha partecipato al presidio davanti all’Istituto Molinari, all’interno del quale si svolgerà un ricordo del giovane Sergio Ramelli studente dell’Istituto. L’Anpi ha da sempre fermamente condannato la brutale aggressione del giovane Sergio Ramelli che ne ha provocato la morte, dopo una lunga agonia. Nel contempo abbiamo sempre dichiarato che il ricordo di Sergio Ramelli non deve costituire il pretesto, ogni 29 aprile, di manifestazioni di aperta apologia del fascismo organizzate a Milano dall’estrema destra».