Non è solo una questione di forma

Giuseppe Fontana
01/12/2021

Raimo, giornalista, scrittore e assessore alla cultura al Municipio 3 di Roma, critica lo spot Gli Amigos di Parmigiano reggiano: «Esalta una condizione di autosfruttamento del lavoratore». La pubblicità già al centro di una polemica con Grana padano.

Non è solo una questione di forma

Continuano a piovere critiche sul Parmigiano Reggiano e sui suoi spot, che già due mesi fa avevano quasi creato un caso diplomatico. Stavolta è Christian Raimo ad entrare a gamba tesa sul mediometraggio Gli Amigos, diretto da Paolo Genovese e da cui sono stati sviluppati vari spot. Raimo, insegnante, giornalista, scrittore e assessore alla cultura del Municipio 3 di Roma, critica con un post su Facebook una clip in particolare, la quarta. Il titolo è La Preparazione.

Gli Amigos 4: la clip criticata da Raimo

Il giornalista spiega prima a somme linee la trama del video, che dura appena 30 secondi. Al centro della scena c’è un gruppo di ragazzi «belli, giovani, multiculturali, curiosi e aperti al mondo», che guarda il lavoro di un operaio del Consorzio Parmigiano Reggiano, mentre Stefano Fresi spiega che nel parmigiano reggiano c’è solo latte, caglio e sale». Il passaggio criticato, però, è proprio il seguente, quando l’attore aggiunge che «l’unico additivo è Renatino, che lavora qui da quando aveva 18 anni, tutti i giorni, 365 giorni l’anno». Raimo continua focalizzandosi sulle reazioni dei giovani, che vanno da «Renatino, posso dirti? Sei un grande!» a «Sei er mejo» e fino alla domanda: «Ma davvero lavori 365 giorni l’anno?». L’operaio risponde prima soltanto annuendo e poi con un timido «sì», quando infine gli chiedono se fosse felice. «Dopo aver visto questa pubblicità a me viene solo voglia di gorgonzola e luddismo», conclude nel suo post l’assessore.

Gli Amigos: la risposta di Parmigiano Reggiano

Sotto al post di Facebook arriva la pronta risposta dal profilo ufficiale di Parmigiano Reggiano. L’azienda spiega che lo spot, essendo tratto da un mediometraggio, ha «un linguaggio cinematografico che ammette licenze per rafforzare messaggi e comunicazioni». Nel commento si parla poi di voler «sottolineare la grande passione e impegno di chi, ogni giorno, produce il Parmigiano Reggiano». Infine l’azienda chiude: «Uno dei valori fondanti della produzione del Parmigiano Reggiano è la salvaguardia della comunità e il benessere di chi opera in questa filiera quindi i diritti dei lavoratori sono assolutamente garantiti secondo le normative vigenti e senza eccezione alcuna. Ci dispiace se la volontà di sottolineare la passione dei nostri casari è stata letta con un messaggio differente».

Gli Amigos: il contrattacco di Raimo

Ma non è finita perché il giornalista e scrittore, poco fa, ha proseguito la propria battaglia. Dopo aver specificato di essere stato bannato dalla pagina di Parmigiano Reggiano, Raimo scrive: «Non si tratta soltanto di aver frainteso una scena inguardabile e intollerabile sotto ogni punto di vista: si tratta – a ben vedere – di tutto lo storytelling che viene costruito dalla campagna, che non mette mai al centro il lavoro e i lavoratori, e in una delle pochissime scene in cui lo fa, li lascia muti a esaltare una condizione di autosfruttamento». E continua: «La tutela dei diritti dei lavoratori è una misura banalmente necessaria, la loro voce lo deve essere altrettanto se si vuole raccontare la cultura del lavoro e non solo un ideale esaltazione del prodotto. C’è stata una riflessione con i sindacati e le Rsu per immaginare insieme questa pubblicità? I lavoratori sono stati coinvolti in qualche modo nell’ideazione e nello sviluppo? Semplicemente: che ne pensano gli operai reali di sentirsi rappresentati come Renatino?»

Gli Amigos: la polemica di settembre

Lo scorso settembre era stata un’altra clip, dal titolo La Differenza, a creare quasi un caso istituzionale. Secondo il Consorzio per la tutela del Grana Padano, infatti, lo spot in questione avrebbe lasciato intendere in maniera implicita che il Parmigiano Reggiano fosse migliore a causa dell’utilizzo di conservanti dell’antagonista. Un duro scambio di mail tra i due consorzi ha portato a galla il passaggio incriminato, in cui con l’espressione «all’altro lato del fiume», si sarebbe fatto riferimento all’uso di foraggi insilati e soprattutto di «conservanti» da parte dei concorrenti. Sui conservanti, appunto, si è fondata la polemica e si sono inaspriti i rapporti tra Grana Padano e Parmigiano Reggiano.