«Il caso De Stefano è l’ulteriore dimostrazione che Carlo Fuortes non tiene in mano l’azienda». A Tag43, la bomba Rai Sport viene commentata con amaro disincanto tra i corridoi di Viale Mazzini. Eppure ci sono alcuni passaggi che non tornano, che suonano strani, dissonanti. Perché Alessandra De Stefano, ormai ex direttrice della Testata giornalistica sportiva, sbatte la porta dopo oltre 30 anni di esperienza e 18 mesi di gestione, ad appena 30 o 40 giorni dall’atteso cambio di stagione che vedrà l’amministratore delegato d’epoca draghiana uscire di scena? «Ha ‘scapocciato’, poteva benissimo aspettare, sarebbe uscita con tutti gli onori. Invece l’ha gestita male e ora, essendo andata via lei, non potrà pretendere una ricollocazione che invece avrebbe potuto chiedere se fosse stata sollevata», osservano infatti alcune fonti all’ombra del cavallo Rai.

Il caso Varriale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso
In azienda non è un mistero, in realtà, che De Stefano da diversi anni puntasse a essere trasferita a Parigi per riavvicinarsi al compagno che vive in Francia. «Teoricamente la nomina di corrispondente Fuortes potrebbe ancora farla, ma sarebbe surreale dopo il casino che lei ha combinato. È lunare immaginare possa esserci un patto tra i due», spiegano da Saxa Rubra. In effetti, i direttori passano dal cda, mentre gli uffici di corrispondenza sono appannaggio dell’amministratore delegato. E allora perché non attendere l’imminente cambio di stagione o comunque non contrattare un’uscita e un trasloco soft con Fuortes? Sì, certo, probabilmente era diventata insostenibile la vicenda di Enrico Varriale: l’ex vicedirettore e volto noto dello sport Rai è tuttora sospeso in via cautelare dalla conduzione in video perché coinvolto in un’inchiesta penale per stalking. Tuttavia, non essendo ancora stato condannato, ha citato l’azienda e la stessa De Stefano di fronte al tribunale del lavoro di Roma, chiedendo di essere reintegrato e risarcito. A quanto risulta, l’ufficio legale – e non l’ufficio del personale – avrebbe caldamente suggerito in via informale alla direttrice di riabilitarlo «perché hanno paura di perdere la causa e temono i danni», chiosano fonti interne. Lei avrebbe opposto resistenza, esigendo che la richiesta le arrivasse per iscritto, e di fronte al diniego si sarebbe dimessa. Ma a parte questa, che potrebbe rappresentare la classica goccia che fa traboccare il vaso, tutti gli altri fronti di scontro potevano forse essere gestiti per un altro mesetto senza fare colpi di teatro e tenendo duro fino all’uscita di Fuortes.

I malumori di chi si è sentito messo da parte, da Bragagna a Ferrari, e i mugugni di Milano
Il riferimento è ai malumori e alle pressioni di certi nomi importanti dello sport Rai che si sono sentiti messi da parte con la gestione De Stefano, vedi Franco Bragagna, navigato telecronista dell’atletica, o Paola Ferrari che è «sempre molto potente, razza padrona con tutti i governi, essendo un volto storico e anche la moglie di Marco De Benedetti», hanno sempre malignato nelle stanze di Viale Mazzini per sminuirla. E poi i mugugni della redazione di Milano che si sente esclusa dalle decisioni editoriali importanti e lamenta l’assenza di un vicedirettore, «ma pure loro sapevano che presto sarebbe cambiato tutto comunque», osservano da Saxa Rubra. Polemiche ha suscitato nondimeno la scelta di una commentatrice esterna come la giornalista Lia Capizzi, mentre i sindacati non giornalistici hanno accusato De Stefano di aver alleggerito contributi e costi del personale. Pesa inoltre l’auditel negativo della Domenica Sportiva, che la direttrice ha provato a rivoluzionare, e di Domenica Dribbling. In ogni caso, nulla su cui non si potesse temporeggiare, considerando che in Rai le dimissioni di un direttore di testata sono un fatto molto raro. «Lei ha voluto fare quella di rottura, fuori dagli schemi, il cane sciolto, la prima donna alla guida della Tgs dopo 13 uomini in 30 anni, ma tutti sanno che è vicina a Forza Italia», commentano a mezza voce con tono velenoso dall’azienda.

Tra i papabili a sostituire De Stefano ci sono Orfeo, Bulbarelli e Lollobrigida, mentre il M5s batte cassa
Fatto sta che ora si aprono scenari nuovi. Il direttore ad interim è Marco Franzelli: Ferrari e Varriale riguadagneranno spazio? Di norma, i reggenti non spostano granché. La dirigenza ha intanto offerto nuovamente Rai Sport, che muove molto danaro, a Mario Orfeo, il quale però difficilmente lascerà la direzione del Tg3. Per il resto si fanno i soliti nomi: Auro Bulbarelli in quota Lega oppure Marco Lollobrigida, vicino a Fratelli d’Italia. Qui entra in gioco anche il M5s che potrebbe essere destinatario della testata sportiva in ottica di manuale Cencelli. «Conte vuole qualcosa di più politico. Rai Parlamento non è il massimo, ma almeno rimani nell’alveo dei temi che interessano di più a un partito», sottolineano voci qualificate vicine al dossier. E poi c’è l’obiettivo Rai News per i pentastellati: si vedrà, in tutti i casi uno scenario da incubo attende il prossimo presidente della commissione di Vigilanza che quasi certamente sarà un cinquestelle.