Cda Rai giovedì 7 ottobre, con all’ordine del giorno le nomine corporate. Per reti e direttori di Tg bisognerà aspettare, ma non tanto. Pare che Mario Draghi prema perché si agisca il prima possibile anche negli avvicendamenti per quanto riguarda l’informazione.
Le nomine corporate decise dal cda Rai
Intanto sul tavolo del cda il pacchetto di nominati ha già preso forma. Luca Mazzà, una lunga carriera in viale Mazzini dove è stato anche direttore del Tg3, prenderà il posto di Stefano Luppi alla guida delle Relazioni Istituzionali. Paola Sciommeri, attualmente direttore delle Teche, assume il ruolo di Direttore Produzione Tv. Al suo posto arriva Andrea Sassano già Direttore Risorse Televisive e Artistiche. Valeria Zibellini assumerà la guida del Centro Produzione Tv di Roma al posto di Alberto Longatti che diventa direttore delle Risorse televisive e artistiche. Antonella Pisanelli è la nuova Responsabile MediaPartnership, Patrocini, Relazioni Esterne e Cerimoniale. Chiara Longo Bifano è stata nominata responsabile del Prix Italia. Novità anche per quanto riguarda la direzione strutture immobiliari e sedi locali dove Roberto Cecatto già alla Direzione Produzione TV prende il posto che era di Alessandro Zucca.
La partita per le direzioni dei telegiornali: agitazione al Tg3
Carlo Fuortes, il nuovo ad della Rai voluto da Palazzo Chigi, comincia a dare dunque forma all’organigramma che ha in mente. Ma le nomine corporate, per quanto non sfuggano all’occhio attento dei partiti, sono un piatto certo meno all’attenta delle direzioni dei telegiornali. Come scritto da Tag43, l’idea era quella di rinviarle a dopo la partita del Quirinale. Ma se ci dovesse essere una accelerata i nomi che circolano da tempo sono quelli di Monica Maggioni, Simona Sala e Costanza Crescimbeni per la guida dell’ammiraglia Tg1 ora diretto da Giuseppe Carboni, in quota ai 5 stelle. Poi, come scrive oggi Dagospia, c’è agitazione anche al Tg3 con Mario Orfeo che potrebbe approdare a Rai1 oppure alla rete (Rai3) al posto di Franco di Mare. Questo perché è traballante la posizione di Coletta a causa degli ascolti non entusiasmanti degli ultimi mesi da parte della rete ammiraglia mentre a Di Mare non manca moltissimo per la pensione.