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Fuortes all’opera

Sul tavolo del nuovo ad della Rai (detto Napoleone) e della presidente Marinella Soldi (detta la British) le posizioni di alcuni dirigenti come Matassino e Giannotti e i conflitti di interesse in seno al cda.

30 Agosto 2021 09:4130 Agosto 2021 13:00 Giovanna Predoni
A poche settimane dall'insediamento il nuovo ad Fuortes si accinge a ridisegnare la Rai. Primo scoglio i conflitti di interesse nel cda.

Trovati i soprannomi (e in Rai per i novi arrivati è sempre una tradizione che si rispetta), ora bisogna rifare la Rai, anche qui come da tradizione per chi arriva dall’esterno quindi carico di buoni propositi. Come il nuovo ad Carlo Fuortes, subito ribattezzato Napoleone, e la presidente Marinella Soldi detta la British, che di televisione se ne intende avendo ella contribuito in maniera determinante a fare la fortuna di Discovery. Come sarà dunque la nuova televisione di Stato dell’era Draghi? Un primo assaggio lo avremo a breve visto che arriveranno a scadenza i contratti del direttore generale corporate, Alberto Matassino, e di Marcello Giannotti, capo della comunicazione durante il regno giallo verde e poi giallorosso di Marcello Foa e Fabrizio Salini.

In ballo la sostituzione di Matassino e Giannotti

Napoleone li sostituirà con dirigenti interni come tutti auspicano o rinnoverà i loro contratti? All’epoca Matassino venne chiamato per mettere in esecuzione il piano industriale firmato da Salini e della società di consulenza che lo aveva progettato. Giannotti invece arrivò con la delicata ma molto velleitaria mission di far parlare bene della Rai proteggendola dalle critiche che sempiternamente la accompagnano aizzate dagli scontenti di turno la cui pattuglia, dentro e fuori l’azienda, è sempre numerosa. In entrambi i casi sappiamo che è andata a finire diversamente da quelle che erano le intenzioni.
L’altro tema spinoso che si è già ben delineato riguarda i conflitti d’interesse in seno al consiglio d’amministrazione. Quello di Fuortes lo risolverà giocoforza il nuovo sindaco di Roma cui spetta la nomina del nuovo sovrintendente del Teatro dell’Opera, da cui l’ad proviene. Da ricordare che l’Opera di Roma vende contenuti, e proprio grazie alla gestione Fuortes, di notevole pregio alla televisione di Stato.

Il tema dei conflitti di interesse in seno al cda

Poi c’è Simona Agnes, fortemente voluta fa Forza Italia, ancora più fortemente da Gianni Letta, anima e promotore di quel premio intitolato al padre Biagio che la Rai tradizionalmente trasmette. E Francesca Bria, consigliera in quota Pd (Letta e Orlando) coinvolta nella gestione della piattaforma digitale del Pd, attualmente in via di sperimentazione, legata al progetto delle Agorà democratiche. Last but not least c’è il caso di Igor De Biasio, consigliere in quota Lega (il suo matrimonio fu celebrato nella ridente Brianza niente meno che da Matteo Salvini) che è amministratore delegato di Arexpo, la società milanese che gestisce le aree che hanno ospitato l’Expo 2015. Nel frattempo sono molti i dirigenti che corrono a farsi raccomandare dai politici, specie quelli di lungo corso che hanno fatto accordi nel tempo con i potenti di turno. Ci saranno cambiamenti su questa modalità di selezione dei futuri incarichi? Qui l’ottimismo della volontà si scontra con il pessimismo della ragione, anche se Fuortes è uomo coriaceo che non ama certo farsi imporre le cose. Un’altra prova che dirà se Napoleone trionferà o non rischi Sant’Elena come fu per Campo Dall’Orto e Salini è la sua decisione di togliere gli uffici dei consiglieri al settimo piano di viale Mazzini. Ma soprattutto il divieto di parlare con dirigenti e giornalisti e di non rilasciare interviste che abbiano come tema l’azienda o i suoi programmi.

Monica Maggioni punta alla direzione del Tg Uno 

Poche indiscrezioni invece sul fronte giornalistico. Se non che Monica Maggioni, che della Rai fu anche presidente dal 2015 al 2018, punta alla direzione del Tg Uno e quindi è freneticamente attiva tanto da essere stata segnalata con un gruppo di giornalisti su uno dei voli che riportava a casa il personale italiano da Kabul. Accanto alla bravissima Lucia Goracci che era lì in rappresentanza di tutte le testate giornalistiche. Maggioni era lì per il suo programma Sette storie, che va in onda il lunedì in seconda serata e che finora non è stato proprio premiatissimo dagli ascolti.  La collocazione di Sette storie era occupata in precedenza da Frontiere, il che era di Frontiere, programma giornalistico trasmigrato a Raitre e condotto del direttore della rete Franco Di Mare, che a viale Mazzini danno in partenza per New York per realizzare uno speciale sull’11 Settembre.

A poche settimane dall'insediamento il nuovo ad Fuortes si accinge a ridisegnare la Rai. Primo scoglio i conflitti di interesse nel cda.
Monica Maggioni (Getty)

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