«Con la Rai dei migliori la politica non avrà cittadinanza. La parola d’ordine sarà solo il merito. Punteremo sui giovani, innovazione, parità di genere e sostenibilità». Queste erano le linee guida annunciate dal duo Carlo Fuortes e Marinella Soldi all’inizio del mandato ai vertici di Viale Mazzini. Linee che però si sono rivelate con il tempo pallide dichiarazioni di intenti, rimaste per lo più sulla carta. E la nomina – annunciata – di Nicola Rao alla guida del Tg2 ne è l’ennesima conferma.

Fuortes punta su Rao per il Tg2 dimenticando l’ex direttore del Tg1 Carboni
Vedremo cosa succederà dopo la ‘promozione’ del vice di Monica Maggioni, una mossa che rappresenta un’altra palese anomalia in quel di Viale Mazzini. E cioè quella di nominare un nuovo direttore quando ce n’è uno ex parcheggiato da più di un anno. Stiamo parlando di Giuseppe Carboni, ex direttore del Tg1, attualmente messo alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato Fuortes che, però, pare lo abbia dimenticato. Sorte condivisa da altri dirigenti non graditi ai politici vincitori di turno. Tra l’altro ieri il Cda si è spaccato sulla nomina di Rao, considerato in quota FdI, il cui gradimento è passato con quattro sì e tre no. A esprimersi a favore sono stati, oltre a Fuortes e alla presidente Soldi, i consiglieri indicati dall’attuale maggioranza Simona Agnes (quota Forza Italia) e Igor De Biasio (quota Lega). Contrari, invece, quelli espressi da Pd e M5s, Francesca Bria e Alessandro di Majo, oltre a Riccardo Laganà, eletto dai dipendenti. Insomma senza il voto di Soldi la nomina non sarebbe passata e Fuortes che l’aveva proposta cercando – sostengono i critici – di accreditarsi presso Palazzo Chigi e resistere così fino a fine mandato nel 2024 (nel caso, il meloniano Giampaolo Rossi dovrà attendere) – sarebbe rimasto col cerino in mano. Ma non finisce qui. Perché sempre nel cda del 14 dicembre Fuortes è stato criticato da alcuni consiglieri per aver autorizzato lo spostamento di Viva Fiorello da Rai1 a Rai2 per andare incontro alle lamentele del Tg1 diretto da Monica Maggioni. I giornalisti della rete ammiraglia infatti avevano chiesto, e ottenuto, il trasloco sella trasmissione sulla seconda rete per non ridurre le ore di informazione nella fascia mattutina.

Il direttore di Rai Sostenibilità Roberto Natale ‘sistema’ il figlio all’Asvis
Sempre restando sul tema del merito, tanto caro anche al governo Meloni, stupisce poi come a Viale Mazzini certi favoritismi siano duri da rottamare. È il caso dell’attuale direttore di Rai Sostenibilità, ex portavoce di Laura Boldrini, Roberto Natale che, dopo aver preso in carico l’ex dimaiano non eletto Stefano Vignaroli, ha sistemato il figlio Flavio presso l’Asvis, l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile, creata dall’ex ministro Enrico Giovannini, di cui Rai è partner creando in questo modo un possibile conflitto d’interessi.
La replica di Roberto Natale a Tag43
Gentile Direttore Madron,
mi permetta di correggere due gravi inesattezze che mi riguardano nel pezzo a firma di Marco Zini.
La prima coinvolge “l’ex dimaiano non eletto Stefano Vignaroli”, che avrei “preso in carico” nella mia direzione. Si dà il caso che Vignaroli sia – forse Zini non lo sa – un dipendente Rai che, dopo essere stato per due legislature in Parlamento, è legittimamente rientrato in azienda; ed essendosi occupato alla Camera di temi ambientali ha chiesto di poter essere lavorare alla Direzione Rai Per la Sostenibilità, alla quale è stato assegnato per sei mesi. Cosa c’è di strano o di sospetto in questo percorso?
Quanto a mio figlio Flavio, che avrei “sistemato” all’ASviS, una data può aiutare a dissipare malevole insinuazioni: mio figlio ha cominciato a collaborare con l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile nel marzo 2018, esattamente nel mese in cui io, cessato l’incarico di portavoce della Presidente della Camera, ritornavo in Rai alla Direzione Comunicazione. Il mio incarico di direttore sarebbe maturato più di 4 anni dopo. Immagino che nel rapporto di lavoro di mio figlio abbia contato esclusivamente il fatto che si fosse laureato da poco sui temi della giustizia climatica. Confido in una pronta pubblicazione di questa mia replica, che consentirà di chiudere qui la vicenda.
LEGGI ANCHE: Rai, vecchi e nuovi meloniani in cerca della scalata