Quello tra i vaccini e il Movimento 5 Stelle è un rapporto un po’ complicato e antico. Inevitabilmente tornato alla ribalta anche perché l’ex sindaca pentastellata di Roma, Virginia Raggi, che ha sempre dato risposte vaghe sul tema, è stata beccata in fila per un tampone fuori da una farmacia della Capitale, alimentando i sospetti di una sua mancata vaccinazione contro il Covid. Il M5s che in origine era nato come oppositore del sistema, col tempo ha finito progressivamente col farsi assorbire. Sempre al governo in epoca di pandemia, sull’argomento vaccini, specie in relazione a quello anti-covid, ha radicalmente cambiato posizione, basti pensare alle dichiarazioni dell’ex premier Giuseppe Conte o alla posizione di Pierpaolo Sileri, sottosegretario al ministero della Salute e fervente sostenitore della somministrazione del farmaco.
M5s, la visione di Beppe Grillo sul vaccino
Anche la posizione di Beppe Grillo è cambiata parecchio. Quando era ancora solo un comico, nel corso dei suoi spettacoli aveva messo nel mirino proprio il vaccino. Al plurale, puntando il dito contro l’Italia, «l’unico paese al mondo dove esistono dieci vaccini obbligatori». Ti obbligano a curarti, diceva Grillo: «C’è anche un po’ di mercurio, abbassa il sistema immunitario». A marzo 2021, a un anno dallo scoppio della pandemia di Covid, con una lettera sul suo blog ha però chiesto al Segretario Generale dell’Ocse, Angel Gurria, di comprare i brevetti dei vaccini anti-Covid, «che devono essere un bene comune dell’umanità», per donarli ai Paesi poveri. È recentissimo invece il post sul blog in cui dice, in riferimento al vaccino obbligatorio per gli over 50: «Essere soggetti a controlli del governo centrale, e ancor più a trattamenti sanitari obbligatori, evoca immagini orwelliane che pesano molto psicologicamente. I governi dei Paesi occidentali hanno sottovalutato le implicazioni delle restrizioni sia sul piano dei diritti umani, che sono capisaldi delle democrazie liberali, sia sul piano dei loro metodi di attuazione, che ben avrebbero potuto rispettare meglio la libertà di scelta degli individui e delle organizzazioni e delle comunità a cui fanno capo».
M5s, l’ex senatore no vax uscito dal Movimento e morto per Covid
Ad oggi, però, come dicevamo le posizioni all’interno del Movimento si sono fatte molto meno intransigenti e di tenore opposto. Così per gli scettici non c’è più posto. Tra loro c’era anche Bartolomeo Pepe. Forte sostenitore della correlazione tra vaccini e autismo, al punto da aver organizzato nel 2016, presso la sala Convegni di piazza Capranica, la proiezione del documentario sul tema Vaxxed. Eletto senatore nel 2013 con il M5s, all’epoca lo aveva già lasciato da un anno a causa di alcune divergenze. Fermo sulle sue posizioni no vax, il 59enne Pepe è morto poco prima di Natale all’ospedale Cotugno di Napoli, dove era ricoverato in terapia intensiva a causa di una polmonite bilaterale interstiziale conseguenza del Covid. Tra i candidati pentastellati che nel 2013 entrarono in Parlamento c’era anche il complottista Paolo Bernini: «Non so se lo sapete, ma in America hanno già iniziato a mettere i microchip nel corpo umano per registrare, per mettere i soldi, per il controllo della popolazione», dichiarò ospite a Ballarò.

M5s, le posizioni scomode degli “ex” Cunial e Paragone
In linea generale, adesso all’interno del M5s non c’è spazio per i no vax. Eletta deputata nel 2018, Sara Cunial
è stata espulsa dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle per le sue posizioni antiscientifiche sui vaccini (oggi fa parte del Gruppo misto): sostenitrice di varie teorie del complotto, qualche anno fa aveva bollato le vaccinazioni come «genocidio gratuito», per poi organizzare presso la Camera una conferenza stampa sulla loro presunta letalità. È fieramente «free vax» anche Gianluigi Paragone, fondatore di Italexit e senatore ex M5s: «Sconsiglio la vaccinazione ai miei figli. Il Green pass è discriminatorio, una roba bolscevica», ha detto la scorsa estate. C’è da dire, però, che anche l’attuale videpresidente pentastellata Paola Taverna, qualche anno fa, aveva espresso delle perplessità: «C’è una sentenza che sostiene che il vaccino può causare l’autismo, ci sono molte persone che stanno portando avanti questa teoria». Era il 2015. Un tempo onnipresente in tv, oggi è un po’ sparita e probabilmente non è un caso. In compenso si è preso sempre più spazio Stefano Patuanelli, ministro dell’Agricoltura e forte sostenitore del Super Green Pass, che a fine dicembre ha ricevuto una busta con minacce di morte targate firmate vax.

Nel mirino dei no vax è entrato anche Luigi Di Maio, dopo Giuseppe Conte il principale volto del M5s in tempo di pandemia. «È andato in missione a Tunisi sapendo di essere positivo?», la domanda posta sui social, dopo l’annuncio da parte del ministro degli Esteri di essere risultato positivo al Covid nel periodo natalizio. Tutto regolare, ha fatto sapere Di Maio, che ha reso noto di essere partito per il viaggio istituzionale il 26 dicembre con tampone negativo e di aver scoperto la positività solo al ritorno.