Qué Dolor

Redazione
05/07/2021

Raffaella Carrà, la più grande showgirl italiana, si è spenta a 78 anni.

Qué Dolor

Qué Dolor. Non si può commentare che così, con il titolo di un suo successo, la morte di Raffaella Carrà. Simbolo della televisione italiana, si è spenta a 78 anni a causa di una malattia che l’aveva colpita da qualche tempo. «Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre», l’ha ricordata Sergio Iapino, suo storico compagno di vita e collaboratore, dando l’annuncio.

Una carriera tra tivù, cinema e musica

Raffaella Maria Roberta Pelloni era nata a Bologna il 18 giugno 1943 ed era cresciuta in Romagna. Ancora bambina si era trasferita a Roma per studiare all’Accademia nazionale di danza e al Centro sperimentale di cinematografia. Solo agli inizi degli Anni 60 cambiò nome usando lo pseudonimo con cui ha raggiunto il successo. Regina incontrastata della tivù italiana, nella sua lunga carriera ha inciso anche numerosi album con hit come Tanti auguri, Qué Dolor, da Rumore a Ballo Ballo, fino a Pedro. Canzoni che sono diventati tormentoni eterni. Basta ricordare la versione di A far l’amore comincia tu nella versione remix realizzata da Bob Sinclair inserita da Paolo Sorrentino ne La grande Bellezza, film che nel 2014 vinse l’Oscar.

Quando il Guardian la definì un sex symbol europeo

Amata non solo in Italia ma anche in Spagna, Raffaella Carrà nel novembre 2020 venne definita dal Guardian «la popstar italiana che aveva insegnato le gioie del sesso all’Europa». Del resto fu proprio lei a scrivere una pagina di storia della televisione mostrando per prima l’ombelico davanti a una telecamera. Era il 9 ottobre 1971 e insieme a Corrado apriva la nona edizione di Canzonissima.  Nel Dna degli italiani è scritto anche il Tuca Tuca, canzone scritta da Gianni Boncompagni e lanciata con il balletto sempre nel 1971 a Canzonissima. La coreografia, osé per quei tempi, venne ideata da Don Lurio con Enzo Paolo Turchi.