Il 16 novembre 2020 il Guardian l’aveva definita «sex symbol» e «un’icona culturale», per aver insegnato all’Europa «le gioie del sesso». Raffaella Carrà, morta il 5 luglio 2021 a 78 anni, era tra i volti italiani più conosciuti all’estero. E, in occasione dell’uscita di Explota Explota, musical cinematografico italo-spagnolo sulle canzoni più famose della diva bolognese, la testata britannica le dedicò un lungo articolo sulla sua influenza sull’intero continente: «Ha rivoluzionato l’intrattenimento italiano e ha dato alle donne il potere in camera da letto».
Raffaella Carrà «Cantava, ballava e recitava ugualmente bene»
«Dagli anni ’50 in poi» si legge sul Guardian, «Carrà era una triplice delizia che sapeva cantare, ballare e recitare ugualmente bene, e ha avuto un’influenza senza rivali nella musica e nella cultura pop italiane (l’inglese non era la sua prima lingua per esibirsi, rendendola più una figura di culto nel Regno Unito). Tecnicamente parlando, l’Italia aveva cantanti molto più abili dal punto di vista vocale, che combinavano l’estensione con un tocco drammatico. Mina, un mezzosoprano virtuoso; Milva, detta Milva la Rossa per le sue inclinazioni politiche e la sua focosa criniera, celebrata per le interpretazioni di Brecht e Weill, Patty Pravo, contralto androgino; e Giuni Russo, che sublimava la tecnica operistica in pop, e aveva un’estensione di cinque ottave. Carrà li ha superati tutti».