Non ci sono certezze, tranne una: dopo soli tre anni di vita, il 31 dicembre tramonterà definitivamente Quota 100. L’uscita anticipata dal lavoro cambierà e il governo sta lavorando su due soluzioni diverse. La prima prevede Quota 102 nel 2022 e nel 2023 e il passaggio a Quota 104 nel 2024. La seconda un meccanismo più graduale: Quota 102 nel 2022, Quota 103 nel 2023, Quota 104 nel 2024. Le decisioni definitive sul tema pensioni anticipate sono rimandate al prossimo Consiglio dei ministri, mentre il dibattito rimane acceso.
Uscita dal lavoro, quadro in continua evoluzione
Fermi gli almeno 38 anni di contributi richiesti, Quota 102 sarà maturabile con 64 anni di età nel 2022, mentre per Quota 104 nel 2024 ne serviranno 66. Come detto, si vocifera anche di una Quota 103 nel 2023, nata nella trattativa tra i partiti. In ogni caso, si tratterà sempre di un’uscita anticipata di tipo volontario, visto che chi lo vorrà potrà continuare a lavorare fino a 67 anni. Il quadro è in evoluzione dalla scorsa settimana, quando il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Documento programmatico di bilancio: tra le opzioni al vaglio, oltre alle quote ascendenti, c’è l’introduzione di un’indennità da 1.500 euro al mese per le categorie usuranti, mentre rischia di non essere rinnovata Opzione donna, lo strumento di flessibilità per le lavoratrici.
Salvini: «Importante non tornare a legge Fornero»
Negli auspici del Pd, ci sarebbe anche l’ipotesi di abbandonare del tutto il sistema quote, rigettata fortemente dalla Lega, che «lavora a una mediazione ragionevole, che potrebbe essere quota 102 con strumenti per consentire la pensione ad alcune categorie specifiche come i lavoratori precoci o per quelli di imprese sotto i 15 dipendenti», come reso noto dallo stesso partito. «Io e il presidente Draghi stiamo lavorando per tutelare il diritto al lavoro e alla pensione, l’importante è non tornare alla legge Fornero», ha dichiarato Matteo Salvini.
Draghi: «Quota 100 non sarà rinnovata»
«Io ho sempre detto che non condividevo Quota 100: ha una durata triennale e non verrà rinnovata», ha dichiarato Mario Draghi da Bruxelles. «Il presidente del Consiglio abbia già risposto, quota 100 si tocca e io credo che sia anche un bene che si tocchi perché penso che i numeri ci dicano che al suo interno aveva delle distorsioni che andavano affrontate», ha ribadito il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Perplesso il segretario generale Cgil, Maurizio Landini: «Noi abbiamo proposto una riforma vera del sistema e questa non lo è. La discussione non è passare da Quota 100 a Quota 102 che è un po’ una presa in giro. Non è quello che serve al nostro Paese».