Il Vaticano, sì sa, è sempre stato molto attento a ciò che accade sul Colle. Ebbene, l’accordo fra i leader per il bis di Sergio Mattarella al Quirinale è stato accolto con soddisfazione oltretevere. «La figura di Mattarella è di garanzia, quindi da tutti i punti di vista è una figura che lavorerà per il bene del Paese e da questo punto di vista anche in Vaticano è assolutamente gradita, anche perché ha sempre vissuto in maniera corretta i rapporti tra Chiesa e Stato, tra Santa Sede e Repubblica», ha dichiarato in un’intervista all’Adnkronos padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica e spin doctor del Papa. «Rappresenta quindi il frutto maturo di un cattolicesimo impegnato in politica capace di lavorare per il bene di tutti e di andare al di là delle parti».
E’ diventato evidente che il tandem Mattarella-Draghi è riuscito nell’impresa quasi impossibile di mediazione tra le forze politiche, da una parte, e di garanzia, dall’altra, della credibilità internazionale… 1/3
— Antonio Spadaro (@antoniospadaro) January 29, 2022
Mattarella-bis, per il Vaticano non è una soluzione di ripiego
«Sembra che il Paese gli chieda qualcosa di più: quasi un riferimento del governo e della maggioranza. Quello che mi colpisce è l’equilibrio istituzionale e il rigore dimostrato da Mattarella nel gestire il suo ruolo e nel ricondurre i conflitti visti nell’orizzonte della Costituzione», ha detto padre Spadaro, parlando della figura di garanzia ed equilibrio del Presidente della Repubblica in questa fase storica. Così sull’attuale (e prossimo) capo di Stato: «Non è assolutamente di ripiego. Si tratta invece di una soluzione di alto profilo che richiede un sacrificio personale del Presidente per il bene della Repubblica. Rimettersi in gioco a 80 anni, con la fatica del settennato alle spalle, è un gesto di sacrificio. Quindi grande rispetto e gratitudine».

Mattarella-bis, il commento di padre Antonio Spadaro
Padre Spadaro ha poi commentato quanto successo negli ultimi giorni in Parlamento. «Lo spettacolo al quale abbiamo assistito è che da una parte le segreterie fanno fatica a controllare i partiti. Dall’altra, i partiti stessi stanno mutando profondamente e cambiano i rapporti di forza e la solidità dei legami di schieramento». Il gesuita ha poi detto la sua sulla possibilità, sfumata, di avere una donna al Colle: «Alcuni nomi fatti sono di altissimo profilo, si tratta di vere e proprie riserve della Repubblica che svolgono un compito estremamente impegnativo e di grande sacrificio. Certamente Elisabetta Belloni è una figura straordinaria nelle istituzioni, che lavora in condizione di grande riservatezza e impegno per le istituzioni per il bene del Paese. Mi ha colpito però che il suo nome sia stato fatto senza un reale accordo».