Una scalata da sempre ambita, quella che porta al colle del Quirinale. E che passa per le forche caudine del “conclave laico” della Repubblica italiana, in cui molti aspiranti papi sono usciti cardinali, portando alcuni leader politici allo schianto. Nel 2022, l’elezione del nuovo capo dello Stato si annuncia ancora più complessa con tanti ipotetici eredi di Sergio Mattarella ma senza un partito in grado di fare da pivot. All’orizzonte si stagliano comunque possibili eventi storici, come un presidente del Consiglio che passa direttamente al Quirinale o una donna, per la prima volta, alla presidenza della Repubblica.
Mario Draghi, con lui al Quirinale il rischio del voto anticipato
A scanso di equivoci, comunque, il presidente in carica ha ripetuto in ogni salsa di non pensare a un nuovo settennato al Quirinale, frustrando le speranze dei partiti che avrebbero optato per la soluzione più semplice. L’elenco dei quirinabili è quindi nutrito. Su tutti spicca il presidente del Consiglio, Mario Draghi, 74 anni, che finora non ha mai smentito l’idea della sua tentazione quirinalizia. A poco meno di un mese dall’inizio della votazioni (che in casi del genere equivale a un’era geologica), l’ex presidente della Bce resta il principale favorito all’elezione. È già alla guida di un “governo di tutti”, difficile che gli stessi partiti possano negargli il voto per il Colle. L’unico ostacolo sulla sua strada è l’incubo di voto anticipato che popola i ragionamenti dei parlamentari e di quasi tutti i partiti che non vogliono le urne. La fine dell’esecutivo, infatti, viene vista come l’anticamera della fine della legislatura. Durante la conferenza stampa di fine anno, a domanda esplicita Draghi ha risposto: «I miei destini personali non contano nulla, non ho ambizioni particolari. Sono, se vogliamo, un nonno al servizio delle istituzioni». Aggiungendo: «Abbiamo conseguito tre grandi risultati: l’Italia è uno dei Paesi più vaccinati, abbiamo consegnato in tempo il Pnrr e abbiamo creato le condizioni perché il lavoro continui, indipendentemente da chi ci sarà». Tradotto: «Le persone sono sempre importanti, ma è importante che il governo sia sostenuto da una maggioranza come quella che ha sostenuto il mio governo, una maggioranza ampia».

Silvio Berlusconi, la presidenza della Repubblica come ultima impresa
Alle sua spalle la pattuglia è numerosa. Il più attivo è Silvio Berlusconi: incurante dei suoi 85 anni, vuole coronare il sogno di chiudere la carriera approdando alla presidenza della Repubblica. Per riuscirci è disposto a tutto, addirittura ha blandito il Movimento 5 Stelle manifestando apprezzamento per il Reddito di cittadinanza. C’è da aspettarsi altri colpi di scena da qui a gennaio. La missione sembra quasi impossibile, ma nell’inner circle del Cavaliere sono sempre ottimisti, ricordando quante vittorie inattese ha riportato nel tempo. Inevitabile che dall’altra parte, nell’eterno duello personale, ci sia Romano Prodi, 82 anni, che però si è chiamato fuori dalla competizione. Forse più per la consapevolezza di non avere i numeri dalla sua parte, che per una vera rinuncia personale.
Marta Cartabia, in prima fila come candidata donna per il Colle
In Transatlantico c’è chi prevede una mossa per uscire dal pantano: la prima presidente donna. In questo caso l’identikit principale ha le sembianze dell’attuale ministra della Giustizia, Marta Cartabia, 58 anni, indicata anche come possibile erede a Palazzo Chigi nel caso in cui Draghi dovesse spuntarla per il Colle e dunque la legislatura dovesse andare avanti. Già prima donna a diventare presidente della Corte costituzionale, Cartabia gode della stima dei settori conservatori e moderati, ma vanta un rapporto privilegiato anche con Mattarella. La grande incognita è il Movimento 5 Stelle, che resta fondamentale in questo passaggio. La riforma della Giustizia, che ha cancellato il testo di Alfonso Bonafede, è rimasta indigesta a Giuseppe Conte.

Da Serverino a Belloni e Moratti, le altre quirinabili
Paola Severino, 73 anni ex Guardasigilli nel governo Monti, è un’altra quirinabile. Attuale vicepresidente della Luiss, è stimata e senza etichette politiche. La lista al femminile include poi Elisabetta Belloni, 63 anni, diplomatica con un cursus honorum di tutto rispetto alla Farnesina. Una carriera che l’ha fatta approdare al vertice dell’intelligence. Altre donne accostate alla presidenza della Repubblica sono Maria Elisabetta Casellati, 75 anni, attuale presidente del Senato, in quota Forza Italia. Sempre nella stessa area politica, all’interno di Fratelli d’Italia cresce la spinta per Letizia Moratti, 72 anni, già ministra dell’istruzione ed ex sindaca di Milano. Attualmente è assessora al welfare nella Regione Lombardia, dove sta gestendo l’emergenza Covid. A sinistra, invece, l’ex presidente del Senato, Anna Finocchiaro, 66 anni, e Rosy Bindi, 70, ex ministra della Salute, sono due candidate di bandiera spendibili. Difficile che possano centrare l’impresa. Stesso discorso per la storica leader radicale Emma Bonino, 73 anni: tra tutte è quella con meno chance.
Gli altri nomi di centrodestra: da Marcello Pera a Gianni Letta
Finita qui? Macché. Ci sono tanti altri uomini che sognano il Quirinale. Nell’alveo del centrodestra un nome caldo è quello di Marcello Pera, 78 anni, ex presidente del Senato in quota Forza Italia, allontanatosi da anni dall’agone politico. Non ha smentito la sua candidatura. È perciò in campo, così come Pier Ferdinando Casini, 66 anni, già storico alleato del centrodestra, poi transitato sotto le insegne del centrosinistra, con cui è stato eletto al Senato nel 2018. Matteo Renzi gradisce il profilo, non a caso è stato il primo a candidarlo al Colle. Un’altra suggestione porta a Gianni Letta, 86 anni, da sempre consigliere berlusconiano, che è anche zio del segretario dem, Enrico Letta. Potrebbe essere la soluzione a sorpresa proprio di Berlusconi.

Nel centrosinistra possibili candidati Gentiloni e Castagnetti
Nel Pd è il parterre è altrettanto ricco. Paolo Gentiloni, 67 anni, è il nome più quotato. Attualmente è commissario europeo per gli affari economici, ha dalla sua parte il fatto che si è allontanato dalle beghe politiche nazionali. Un vantaggio che invece non ha il ministro della Cultura, Dario Franceschini, 63 anni. La sua ambizione quirinalizia è risaputa, ma in questo passaggio le possibilità di elezione sono prossime allo zero. Un altro ex democristiano che viene menzionato nei capannelli in Parlamento è invece Pierluigi Castagnetti, 76 anni, amico di Mattarella. Mentre a sinistra c’è chi sogna Pier Luigi Bersani, 70 anni, paradossalmente citato come candidato da Alessandro Di Battista e da una parte del Movimento. Il jolly? L’ipotesi Giuliano Amato, come recita una celebre pagina Facebook, citando la candidatura dell’ex presidente del Consiglio in tutte le situazioni di emergenza.