Affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, istruzione-formazione e capitale umano, popolazione, reddito e ricchezza, sicurezza, sistema salute e tempo libero. Sono questi i nove indicatori di benessere su cui si è basata la ricerca del 23esimo rapporto sulla qualità della vita in Italia stilato da ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni. Al primo posto nel 2021, protagonista di un significativo balzo in avanti rispetto al 2020, c’è Parma.
Qualità della vita, la top ten
Dal 39esimo al primo posto per qualità della vita: un upgrade eccezionale quello di Parma (e della sua intera provincia). Scalzata Trento, in vetta nel 2020 e comunque al secondo posto quest’anno. Sul gradino più basso c’è Bolzano. Seguono Bologna e Milano. Firenze, Trieste, Verona, Pordenone e Monza completano la top ten. Nel 2020 Bologna era 27esima, Milano 45esima, Firenze 31esima. Notevole anche il balzo in avanti di Torino, dalla posizione 64 alla 19. Le grandi città, penalizzate rispetto ai piccoli centri all’inizio della pandemia, hanno dimostrato più resilienza nella ripresa. Inoltre, in questa edizione del rapporto si è deciso di far pesare di meno il criterio della popolazione (in cui rientrano le classifiche di densità demografica e morti in percentuali) rispetto ad altri indicatori, come lavoro, ambiente, sicurezza, salute e tempo libero.
Qualità della vita, male il Sud
Delle 27 prime posizioni, cinque città sono piemontesi (Torino, Novara, Vercelli, Biella e Cuneo) e cinque lombarde (Milano, Monza e della Brianza, Lecco, Cremona e Bergamo): il divario tra Nord e Sud è ancora evidente. La prima città meridionale in classifica, su 107 analizzate, è Matera, che si trova al 55esimo posto. Appena dopo Roma, ma decisamente prima di Napoli, al penultimo, che riesce a fare meglio solo di Crotone. Terzultima Foggia (in fondo nel 2020), quartultima Siracusa, quintultima Taranto. La peggiore città del Nord che si può trovare scorrendo la classifica è Alessandria, alla posizione 72. Il parametro che ha pesato di più per la caduta in basso del Mezzogiorno è legata alla dimensione dei servizi. In totale, sono 63 province su 107 quelle in cui, nel 2021, la qualità della vita risulta buona o almeno accettabile.
Qualità della vita: ambiente e salute pubblica
Per quanto riguarda due questioni discusse e importanti nel 2021, come ambiente e salute pubblica, la “mini-classifica” del primo parametro vede in vetta Reggio Emilia, seguita da Pordenone, Mantova, Parma e Lodi. In fondo Taranto (pesa molto l’Ilva) Messina, Siracusa, Crotone e Catania. La medaglia d’oro della salute pubblica va invece a Isernia, seguita da Ancona e Catanzaro. Male, e non è una buona notizia in tempo di pandemia, Fermo, Gorizia e Vibo Valentia.